Roberto Vecchioni, in una intervista a La Stampa, ha commentato le proteste dei giovani, che scendono in piazza in questa epoca per tanti motivi: dalle guerre all’ambiente. Spesso prendendosi anche qualche critica. “Non esiste che i ragazzi non possano manifestare di fronte alle istituzioni, ai palazzi di potere, alle forze dell’ordine. L’unico limite da non oltrepassare è quello della violenza”, ha chiarito il professore.
La condanna è arrivata però proprio dal Governo, col ministro Francesco Lollobrigida che ha accusato gli artefici di queste manifestazioni di essere precursori del terrorismo. “Questa è un’idea che non merita nemmeno una risposta seria perché non ha assolutamente nessun fondamento”, ha replicato. E ha ribadito: “Secondo me la libertà di espressione deve essere assoluta, l’unico limite deve essere l’uso della violenza. Ma non ce ne sono altri. È un diritto non solo garantito dalla Costituzione, ma da una morale molto più alta: siamo liberi per nascita, oltre che per civiltà”.
Vecchioni: “Libertà di espressione deve essere assoluta”. Il gap generazionale
Roberto Vecchioni da parte sua è da sempre molto vicino ai giovani e rispetta le loro cause. È per questo motivo che ha voluto dare loro anche dei consigli per farsi ascoltare. “È importante che ogni protesta abbia delle regole. Anche se a dirla, è una cosa strana. Ma non è vero che deve essere per forza anarchica. Usiamo pure la parola educazione. L’educazione di una protesta serve a farla bene, a portarla a dei risultati”.
Anche agli adulti, però, vanno delle raccomandazioni. “I giovani si esprimono con un loro linguaggio, con il loro modo di comunicare e non tutti hanno la capacità e la disponibilità ad ascoltare. I ragazzi hanno tantissime domande dentro che cercano una risposta. Io ho insegnato per quarant’anni, spero sia servito. A loro come a me”. Da qui l’invito del cantautore ad aiutare le nuove generazioni a trovare la loro strada in mezzo ai dubbi.