Una task force di legali della Commissione europea per cercare un modo per aggirare una clausola dei Trattati dell’Ue, in particolare l’articolo 41 comma 2 che vieta «spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della Difesa». In altre parole, proibisce l’acquisto di armi dal bilancio dell’Unione europea. In realtà, i Trattati risultano stati già “forzati” secondo La Verità: basti pensare al Fondo europeo per la pace (Epf), che è stato usato per finanziare il trasporto di materiale bellico dal 2022.
Ma nel caso dell’acquisto delle armi, un aggiramento di questo tipo della sua legge costitutiva rappresenterebbe un precedente esplosivo, a prescindere dal caso in questione. A riportare la notizia del piano dell’esecutivo europeo è il Financial Times, citando quattro persone che hanno familiarità con questo dossier. «L’eventuale utilizzo del bilancio per l’acquisto di armi letali segnerebbe il cambiamento più significativo nella politica di difesa di Bruxelles dall’inizio della guerra contro l’Ucraina», scrive il quotidiano economico.
EUROPA VUOLE DIVENTARE ACQUIRENTE DIRETTO DI ARMI
Nel caso in cui venisse stabilita e sostenuta dagli Stati membri un’interpretazione giuridica più flessibile, l’Europa diventerebbe acquirente diretto di armi e potrebbe svolgere un ruolo maggiore nell’industria della difesa del Vecchio Continente. Ma stando a quanto riportato dal Financial Times, alcuni Stati membri nutrono profonde riserve su una mossa di questo tipo. «Sarebbe assolutamente rivoluzionario, potrebbe cambiare moltissimo», ammette una delle persone che ha svelato il retroscena, tutte non autorizzate a discutere di piani riservati.
Gli Stati membri hanno accettato di finanziare spedizioni di armi all’Ucraina nel febbraio 2022, ma tramite un fondo multilaterale istituito al di fuori del bilancio europeo, aggirando l’articolo in questione, perché la modifica del trattato è considerata politicamente impossibile. Ora la Commissione europea vuole trovare un modo legale per farlo rientrare nel bilancio, per renderlo più efficiente e potenzialmente per aumentarne le dimensioni.
SCONTRO A BRUXELLES SUL PIANO DELLA COMMISSIONE UE
Il dibattito giuridico riguarda l’applicazione dell’articolo 41 comma 2 alle operazioni militari dell’Ue. I sostenitori di questa mossa ritengono che così Bruxelles potrebbe acquistare armi per operazioni condotte da altre entità, come le forze armate dell’Ucraina. Il servizio giuridico del Consiglio dell’UE, l’organo che rappresenta gli Stati membri, è convinto che sia possibile aggirare tale divieto, mentre i legali della Commissione sono più conservatori. Da qui l’idea della Commissione di proporre agli Stati membri «una task force legale congiunta» per risolvere le divergenze ed esaminare la questione «per migliorare la prontezza di difesa dell’UE», secondo un documento visionato dal Financial Times. Questo lavoro legale è comunque in una fase iniziale e potrebbe arenarsi. Peraltro, gli Stati membri possono portare la Commissione in tribunale se ritengono che abbia violato i trattati del blocco.