Giovanni Barreca, accusato di aver ucciso moglie e figli nella strage che si è consumata nella sua villetta ad Altavilla Milicia (Palermo) tra l’8 e il 10 febbraio scorsi, “vede il demonio in carcere“ e si sarebbe convinto di dover aiutare un detenuto compagno di cella che crede “posseduto”. Lo ha riferito il suo avvocato Giancarlo Barracato, riporta RaiNews, secondo cui il suo assistito – indagato per il triplice omicidio e le sevizie con la figlia 17enne e la coppia di sedicenti “fratelli di Dio” Sabrina Fina e Massimo Carandente – sarebbe “ancora preda di una sorta di delirio mistico” che lo porterebbe a ritenere di essere perseguitato dai demoni.
La moglie di Giovanni Barreca, Antonella Salamone, sarebbe stata uccisa per prima dopo una serie di torture andate avanti per giorni, il corpo dato alle fiamme e sepolto in giardino. Poi è stata la volta dei due figli maschi della coppia, Kevin, 16 anni, ed Emanuel, 5, brutalmente seviziati prima della morte. Il difensore di Barreca avrebbe chiesto per lui una valutazione psichiatrica. Secondo il racconto dell’indagato, la coppia Fina e Carandente sarebbe stata in contatto telefonico con qualcuno – di cui non avrebbe saputo riferire l’identità – dall’abitazione teatro della mattanza nelle diverse fasi dei delitti. Si tratta di una ipotesi da verificare, e che rientra nel più ampio spettro di una presunta setta di fanatici e di un santone dietro l’orrore, che gli inquirenti puntano a chiarire anche con l’analisi dei dispositivi.
Strage di Altavilla, il racconto di Barreca al suo avvocato
Ai microfoni dei cronisti, l’avvocato di Giovanni Barreca ha fatto una breve sintesi del recente colloquio avvenuto in carcere con il suo assistito. “Era convinto che nella sua famiglia ci fosse il demonio, però qualcuno gli ha amplificato questo concetto”. Secondo la ricostruzione del legale, ad esaltare il fanatismo religioso dell’indagato sarebbero stati proprio Sabrina Fina e Massimo Carandente, i sedicenti “fratelli di Dio” che, stando alle accuse, avrebbero avuto un ruolo attivo nel massacro di Altavilla Milicia.
“Lui ringrazia sempre la coppia – ha aggiunto il difensore di Barreca –, ha gratitudine, però piange e si dispera, si chiede ‘perché sono stato sottoposto a questa prova?’“. In carcere, Barreca alternerebbe momenti di lucidità e deliri e non parla mai della strage in modo dettagliato. Barreca avrebbe però parlato di un punto di svolta nelle settimane che hanno preceduto la mattanza: “Riguardo al cambiamento – ha precisato il suo legale –, alla data del 20-21 gennaio non si pregava più in quella casa. Con Massimo e Sabrina si cambia sistema. Il demonio viene scacciato con modalità diverse…“.