Sal (Bernal) ha perso l’amata Zoe in un incidente d’auto, nel quale lui stesso era alla guida. Una ferita dolorosa che non riesce a risanarsi, lasciandolo sospeso tra la depressione e la volontà di porre fine alla sua vita. Nel buio di un’esistenza senza più senso, Sal viene spinto dalla sorella ad acquistare un pacchetto di ricordi alla “Another end”, una futuristica società di servizi capace di trasferire con infinito realismo le esperienze di un defunto nel corpo in prestito di un’altra donna. Solo per qualche settimana. Giusto il tempo per riconciliarsi con il passato. Funzionerà?
Il contesto è piacevolmente fantascientifico. Nell’anno dell’esplosione globale dell’Intelligenza artificiale, il cinema prosegue a immaginare un futuro di tecnologia (im)possibile. Dal regno dei morti, il colosso esistenzial-elettronico “Another end” (con un nome che è una promessa), rimescola il passato e reinventa il futuro offrendo un servizio più che interessante agli uomini smarriti dal lutto. A chi non piacerebbe guadagnare qualche giorno o settimana in più con chi è scomparso prematuramente? Una seconda chance, un’occasione unica per dirsi addio diversamente, ancora una volta. Una breve estensione della vita passata, attraverso una tecnologia di realtà più che virtuale. Il trauma dell’abbandono rielaborato attraverso la presenza di chi si è perso. Non proprio lui, o lei, ma almeno i suoi ricordi, la vita insieme, lo stesso feeling. Poco importa se in un corpo diverso. L’esperienza salvifica della riscrittura del passato. Per perdonarsi per tutto quello che non si è fatto, e si voleva fare, o dire.
Un film stimolante sulla fatica della vita, per chi sopravvive alla morte di chi ama. Piero Messina, regista italiano, confeziona un film che di italiano non ha proprio nulla, giganteggiato dal tormentato Gale Garcia Bernal. Atmosfere cupe, depressive, mortifere. Silenzi infernali. Faticosi sussurri. Il tutto impastato di musiche fatali.
Un film di suggestioni che non sembra voler offrire molto più che qualche spunto di fantasia, ma profondamente radicato nella realtà delle relazioni, quelle importanti. Un film d’amore, che nell’impossibilità di quanto racconta ricorda a tutti noi di stringere in un abbraccio la persona che amiamo. Molto prima che sia troppo tardi.
Un film che ci insegna il valore del quotidiano, delle emozioni che ti tengono in vita, dei litigi che segnano il corso dei giorni e che lasciano una traccia concreta e indelebile dell’essere vivi.
Dalla fantascienza alla love story, dal dolore alla passione che non si spegne, dall’oblio di sé alla vita che rinasce: un film in due tempi, un po’ prolisso, che odora di buio, amore, passione e camere da letto.
Un’ode alla vita che continua, per dimenticare senza farlo, per vivere oltre la morte, dopo essere rinati.
Una scelta narrativa intimista, di pregio visivo, che rimane sul confine della fantascienza alla Black Mirror, stimolando gli ormoni della rinascita, dopo una visita al museo dei ricordi.
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