L’OMELIA A BRACCIO DI PAPA FRANCESCO PER LA MESSA IN CENA DOMINI IN CARCERE
«Gesù non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono»: lo ha detto Papa Francesco nell’omelia tenuta a braccio sotto il tendone del carcere femminile di Rebibbia. Poco prima di passare dalle 12 detenute con la Lavanda dei piedi, il Santo Padre ha rivolto un messaggio di speranza nel commentare il Vangelo della Messa in Cena Domini del Giovedì Santo 2024: «Due episodi ci attirano l’attenzione», spiega il Papa nell’omelia della Santa Messa vespertina, ovvero la Lavanda dei Piedi di Gesù e il tradimento di Giuda.
«Gesù si umilia, Gesù con questo gesto ci fa capire quello che lui aveva detto: io non sono venuto per essere servito ma per servizio, ci insegna il cammino del servizio», spiega il Santo Padre. Su Giuda Iscariota invece il tema è l’egoismo che non lo fa procedere nell’amore a Dio: «Ma Gesù perdona tutto, Gesù perdona sempre, soltanto chiede che noi chiediamo il perdono. Una volta ho sentito una vecchietta, saggia, una nonna del popolo dire così: Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono». Papa Francesco alle circa 400 detenute della struttura invoca la grazia di non stancarsi mai di chiedere perdono a Dio: «abbiamo piccoli fallimenti, grandi fallimenti, ognuno ha la propria storia: ma il Signore ci aspetta sempre con le braccia aperte e non si stanca mai di perdonare». E così prima di lavare i piedi alle 12 donne “estratte” per il rituale, Papa Francesco chiosa «faremo lo stesso che ha fatto Gesù, lavare i piedi: è un gesto che ci attira l’attenzione sulla vocazione del servizio, e chiediamo al Signore che ci faccia crescere, tutti noi, nella vocazione del servizio».
🔴#PapaFrancesco: “Gesù con la lavanda dei piedi ci insegna il cammino del servizio. Lui non si stanca mai di perdonare”
Le parole del #Papa nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia durante la Messa in Coena Domini#28marzo #GiovedìSanto #SettimanaSanta #Tv2000 pic.twitter.com/3b8cRigXOf
— Tv2000.it (@TV2000it) March 28, 2024
MESSA CENA DOMINI 2024, PAPA FRANCESCO (A SORPRESA) COMPIE LA LAVANDA DEI PIEDI PERSONALMENTE ALLE DETENUTE
Diversamente da quanto comunicato alla “vigilia”, Papa Francesco ha deciso di compiere personalmente il rito della Lavanda dei piedi con le 12 detenute del carcere femminile di Rebibbia a Roma: sebbene in carrozzina, il Santo Padre è riuscito a compiere il rituale centrale del Giovedì Santo all’interno della Santa Messa in Cena Domini all’interno della struttura carceraria (con un video collegamento all’esterno nel giardino della Casa Circondariale). Le donne che hanno ricevuto la Lavanda dei Piedi, come i discepoli da Gesù oltre duemila anni fa, erano tutte visibilmente commosse nell’intercettare il sorriso di Papa Francesco al termine di ogni “lavaggio”.
«Lo aspettavano con con ansia anche perché sono state loro a invitare il Santo Padre», ha spiegato a Vatican News il cappellano di Rebibbia, don Andrea Carosella, per queste 12 donne (su una popolazione di 370 detenute) «la visita del Papa è un segno di grande attenzione alla realtà carceraria e di grande incoraggiamento». Il gesto della Lavanda dei piedi, conclude il sacerdote in questo Giovedì Santo 2024, è un profondo segno di misericordia dell’amore di Dio «che va incontro alle sofferenze e ai dolori dell’umanità». All’interno del carcere femminile la piena solidarietà si sperimenta non da oggi, garantisce il cappellano: «Ce n’è molta, ma ci sono anche tensioni, inevitabili in un luogo in cui si deve condividere tutto a partire dallo spazio. Ci sono, quindi, anche molte solitudini e la fatica della convivenza è tanta».
PAPA FRANCESCO DOPO LA SANTA MESSA DEL CRISMA ANDRÀ A REBIBBIA PER LA LA CENA DOMINI: LA DECISIONE SULLA LAVANDA DEI PIEDI
Quasi 20 minuti di omelia hanno mostrato le condizioni di salute comunque in miglioramento per Papa Francesco durante il primo rito del Giovedì Santo, la Santa Messa del Crisma (qui sotto l’omelia integrale e i passaggi più interessanti, ndr). Al momento dunque sono tutti confermati in presenza gli appuntamenti di Papa Francesco con i riti della Settimana Santa, dalla Lavanda dei piedi questo pomeriggio fino alla Via Crucis al Colosseo prevista per domani sera, con qualche accortezza ovvia per prevenire eccessivi affaticamenti.
Mentre la direttrice del carcere di Rebibbia ha definito l’attesa per l’arrivo del Santo Padre come «intensa e febbricitante», i collaboratori del Vaticano con Papa Francesco hanno deciso di optare per una soluzione diversa circa la Lavanda dei piedi alle 12 detenute del carcere femminile: a causa dei problemi deambulatori, Papa Francesco sarà presente ma non sarà lui in persona a lavare i piedi ricalcando la memoria di Cristo con i discepoli prima dell’Ultima Cena. Ha delegato il rito al Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, De Donatis, all’elemosiniere cardinale Konrad Krajewski e al cappellano del carcere: seguirà poi la celebrazione Vespertina del Giovedì Santo con la Messa in Cena Domini. L’orario per la diretta video streaming su Vatican News varierà a seconda di quanto durerà il momento privato della Lavanda dei Piedi con le detenute: l’arrivo di Bergoglio a Rebibbia è previsto attorno alle ore 16.
L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO PER LA SANTA MESSA DEL CRISMA: COMPUNZIONE, “IPOCRISIE” E PERDONO
Aprendo l’omelia della Messa del Crisma, Papa Francesco si rivolge subito ai tanti sacerdoti e prelati presenti in San Pietro per i riti del Giovedì Santo: «Gli occhi della sinagoga erano tutti su Gesù: tutti erano meravigliati o in diffidenza di lui. Essi si riempirono poi di sdegno quando sentirono le sue parole, i loro cuori non erano disposti a seguire la sua parola». Nella sera del Giovedì Santo il tema chiave è la figura di Pietro che dopo l’Ultima Cena lo rinnegò per tre volte, ricordandosi dopo della parola detta da Gesù. Papa Francesco racconta le lacrime di San Pietro, «quel piano amaro gli cambiò la vita»: le parole e i gesti di Gesù per molti anni non avevano smosso Pietro e molti in Israele, aspettavano un re, un politico, un messia forte, ma davanti al Gesù “debole” dichiararono «non lo conosciamo». È solo nel buio del rinnegamento che allora Pietro riconobbe davvero Gesù: «in quelle lacrime riuscì davvero a conoscerlo per la prima volta».
Rivolgendosi poi ai sacerdoti, Papa Francesco spiega come la guarigione di Pietro e di tutti i fedeli solo quando «feriti e pentiti ci lasciamo perdonare da Gesù»: un dolore che fa riscoprire l’amore. Il Santo Padre parla a quel punto dell’omelia della “compunzione”: «è una puntura sul cuore, una trafittura che ferisce il cuore facendo sgorgare le lacrime del pentimento». Il Papa aiuta a capire meglio con un episodio della Pentecoste ancora con Pietro che parla alle folle dicendo «Gesù ci ha salvati pur se lo avete crocifisso». È un sentirsi trafiggere per la propria vergogna e pentimento, ma «è solo chi getta la maschera e si lascia guardare da Dio nel cuore» allora può ricevere il vero perdono liberante. Papa Francesco augura ai sacerdoti l’augurio della “compunzione”, ma occorre capire meglio cosa significa “piangere su se stessi”: non intende il “piangersi addosso”, preoccupati per le proprie attese andate a vuoto, ma semmai il «pentirsi realmente di aver peccato, di sentirsi sempre in debito e mai in credito con il Signore, non avendo tenuto fede all’amore di chi ha dato la vita per me».
L’ipocrisia clericale è il monito cui richiama Papa Francesco nella parte finale dell’omelia: «la compunzione richiede fatica, ma restituisce pace. Non provoca angoscia ma alleggerisce l’anima dai pesi perché agisce nella ferita del peccato disponendoci a ricevere proprio in quell’occasione la carezza del Signore che trasforma il cuore quando è ferito e affranto». La compunzione è «l’antidoto alla “sclero-cardia”», afferma il Santo Padre parlando di quella durezza di cuore tanto denunciato da Gesù: «come la goccia scava la pietra, le lacrime scavano i cuori induriti e si assiste al miracolo della buona tristezza che conduce alla dolcezza». Insistere alla compunzione viene richiamato fin dalle origini dei Padri della Chiesa, rileva Papa Francesco nella prima Messa del Giovedì Santo, nell’attesa della Messa in Cena Domini: la compunzione è il rimedio perché «ci porta alla verità di noi stessi rivelando la nostra possibilità di essere perdonati». Miseria e misericordia si completano e incontrano tra noi e il Signore: «chiunque piange su se stesso sinceramente è più grande di colui a cui è dato di vedere gli angeli». Rivolgendosi ai fratelli sacerdoti, Papa Francesco chiede quanto la compunzione e le lacrime siano presenti nell’esame di coscienza giornaliero: «domandiamoci se col passare degli anni le lacrime aumentano, è bene che avvenga il contrario della vita biologica. Chi non piange regredisce e invecchia dentro: chi prega semplicemente invece piange e matura».
Un’altra caratteristica della compunzione è la solidarietà, in quanto riuscire a riconoscere la propria miseria “smuove” verso le mancanze e i peccati degli altri: «dobbiamo essere fermi con se stessi e misericordiosi con gli altri, il Signore cerca questo tra i suoi consacrati. Questo è sacerdozio». Il Signore non chiede giudizi sprezzanti su chi non crede, «ma amore e lacrime per chi è lontano», aggiunge Papa Francesco chiudendo l’omelia della Messa del Crisma per il Giovedì Santo 2024. «Torniamo a San Pietro e alle sue lacrime, pensiamo a quante volte noi sacerdoti celebriamo l’Eucaristia e poi lo deludiamo. È bene fare nostre le parole di pentimento “lavami Signore dalla mia colpa”. Perdonate sempre con la misericordia a Dio».
INIZIA LA SANTA MESSA DEL CRISMA CON PAPA FRANCESCO: ECCO IL LIBRETTO
È cominciata la Santa Messa del Crisma nella Basilica di San Pietro celebrata da Papa Francesco per iniziare i riti del Giovedì Santo, nell’attesa della Lavanda dei Piedi e della Messa in Cena Domini questo pomeriggio nel carcere di Rebibbia. Dopo i riti di introduzione, la Liturgia della Parola prevede come Prima Lettura il passo dal profeta Isaia legato all’unzione del Signore con “olio di letizia”; la Seconda Lettura è invece tratta dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni Appostolo, «Cristo ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre».
Il Vangelo della Santa Messa del Crisma invece è tratto da Luca 4, 16-21: «lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione». In sostanza il Vangelo racconta la venuta di Gesù nella sinagoga dove legge la pergamena di Isaia, annunciando alla folla: «oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoı». Ecco qui il libretto ufficiale della celebrazione del Crisma, mentre a fondo pagina è possibile guardare la Santa Messa in diretta video streaming.
I RITI DEL GIOVEDÌ SANTO CON PAPA FRANCESCO: INFO DIRETTA VIDEO MESSA DEL CRISMA, LAVANDA DEI PIEDI E MESSA IN CENA DOMINI 2024
Prenderà il via alle ore 9.30 la Santa Messa del Crisma, il primo rito del Giovedì Santo con Papa Francesco che segna idealmente l’inizio del Triduo Pasquale verso la memoria della Resurrezione di Gesù: la Lavanda dei piedi in carcere coi detenuti e la Messa in Cena Domini (o in Coena Domini) sono gli altri appuntamenti fissi della tradizione che si ripetono anche in questo giovedì 28 marzo 2024, al netto degli ultimi affaticamenti di Papa Francesco che ad esempio nella recente Messa per la Domenica delle Palme ha deciso di non leggere l’omelia per evitare di sovraccaricare voce e respiro.
Il programma ufficiale stilato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche con Papa Francesco ha stilato nel dettaglio la cronistoria degli appuntamenti presenti oggi sull’agenda del Pontefice: si parte alle ore 9 con la preghiera dell’Ora Terza, appena prima l’inizio della Santa Messa del Crisma in Basilica di San Pietro (alle ore 9.30). La celebrazione eucaristica della Messa viene concelebrata assieme ai Patriarchi, Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma: nel pomeriggio il trasferimento della delegazione papale nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia in Roma per poter svolgere sia la Lavanda dei Piedi con un gruppo ristretto di detenute e sia al termine – attorno alle ore 16 – la Messa in Cena Domini con tutte le ospiti e gli operatori del carcere romano. La Santa Messa del Crisma avrà piena copertura in tv – su Rai 1 e Tv2000 – e in diretta video streaming con il canale ufficiale YouTube di Vatican News: per quanto riguarda invece la Lavanda, per ovvi motivi di sicurezza, non sarà aperta al pubblico e saranno disponibili solo alcuni video e immagini dell’evento. Al termine, alle ore 16 scatta la diretta video streaming sempre sui canali dei media vaticani con la Santa Messa vespertina della “Cena del Signore” dove si fa memoria dell’Ultima Cena di duemilaventiquattro anni fa: sarà poi resa pubblica la trascrizione dell’omelia al termine delle celebrazioni.
ECCO DOVE SARÀ LA LAVANDA DEI PIEDI E LA MESSA IN CENA DOMINI 2024 CON PAPA FRANCESCO IN CARCERE
Come annunciato dalla Prefettura della Casa Pontificia, per la giornata di oggi – Giovedì Santo 28 marzo 2024 – alle ore 16 circa Papa Francesco si recherà in forma privata alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia in Roma, per poi celebrare la Santa Messa in Cena Domini e incontrare le Detenute e gli Operatori della struttura. Dopo la prima parte della giornata aperta al pubblico con la celebrazione della Santa Messa del Crisma, il Santo Padre porta avanti la tradizione inaugurata fin dall’inizio del suo Pontificato con le celebrazioni del Giovedì Santo passate con detenuti e ospiti di luoghi considerati “alle periferie esistenziali”.
La tradizione speciale di Papa Francesco continua fin dai tempi della sua permanenza nella Arcidiocesi di Buenos Aires in Argentina: dopo 11 anni di Pontificato anche per il Giovedì Santo 2024 Papa Francesco continua l’opera tornando nel carcere di Rebibbia dopo che vi si era recato nel 2015 (in quel caso però andò nella sezione “Nuovo Complesso” della Casa Circondariale). In quell’occasione riuscì a lavare i piedi a 6 uomini e 6 donne: quest’anno invece Papa Francesco si terrà all’interno della struttura femminile nata negli anni ’50, attualmente la più grande tra le quattro carceri femminili presenti in Italia. Lunga ormai la lista delle mura carcerarie visitate dal Santo Padre dal 2013 fino ad oggi: iniziò tutto a Casal del Marmo, poi Centro Santa Maria della Provvidenza – Fondazione Don Gnocchi (2014), Carcere di Rebibbia (2015), C.A.R.A. Castel Novo di Porto (2016) e Carcere di Palliano, Frosinone e Diocesi di Palestrina (2017), Carcere di Regina Coeli a Roma (2018), Carcere di Velletri (2019), Civitavecchia (2022; nel 2020 e 2021 il rito saltò per la pandemia Covid, ndr) per fare infine ritorno ancora a Casal del Marmo lo scorso anno.
LE ORIGINI DEI RITI DEL GIOVEDÌ SANTO E L’OMELIA DEL PAPA LO SCORSO ANNO ALLA MESSA IN CENA DOMINI
«Lavare i piedi, era abitudine a quel tempo perché le strade erano polverose, la gente veniva da fuori e nell’entrare in una casa, prima del banchetto, della riunione, si lavava i piedi. Ma chi lavava i piedi? Gli schiavi, perché era un lavoro da schiavo. Immaginiamo noi come sono rimasti sbalorditi i discepoli quando hanno visto che Gesù incomincia a fare questo gesto di uno schiavo»: così Papa Francesco raccontava ai giovanissimi detenuti nell’omelia della Messa in Cena Domini 2023 presso il carcere minorile di Casal del Marmo. Nel pieno del Triduo di Pasqua, la Chiesa celebra con la Lavanda dei piedi e gli altri riti tutto il ruolo di “servizio” e “gratuità” che il Signore volle testimoniane davanti ai suoi amici e discepoli: «Gesù ha voluto lavare i piedi e dire: “Io sono venuto per salvare voi, per servire voi”. Adesso io farò lo stesso come ricordo di questo che Gesù ci ha insegnato: aiutarsi gli uni gli altri. E così la vita è più bella e si può andare avanti così. Durante la lavanda dei piedi – spero di cavarmela perché non posso camminare bene – ma durante la lavanda dei piedi voi pensate: “Gesù mi ha lavato i piedi, Gesù mi ha salvato, e ho questa difficoltà adesso”. Ma passerà, il Signore è sempre accanto a te, mai abbandona, mai».
La ritualità della liturgia di Pasqua vede nel Giovedì Santo l’unione di più momenti che fanno piena memoria delle ultime ore passate da Gesù con gli apostoli prima della Passione e morte in croce: la Messa del Crisma rappresenta per tradizione rappresenta l’atto di memoria della Resurrezione di Cristo. Dopo la Messa del Crisma infatti si consacrano gli oli santi della Chiesa e che verranno poi usati per il crisma – battesimo e cresima -, per i catecumeni (battesimo) e per gli infermi (unzione dei malati) durante l’intero anno liturgico. Con la Lavanda dei piedi, come già detto, il cristianesimo fa memoria del rito scelto da Gesù con i 12 appena prima dell’ultima Cena: un abbassarsi al ruolo più umile per rendere più visibile l’amore di Cristo per l’uomini. Nella Lavanda vi è il senso stesso del sacerdozio – come spiega Don Luigi Epicoco, assistente ecclesiastico del Dicastero per la Comunicazione: «l’amore è innanzitutto mettersi a servizio della miseria dell’altro, è amarlo nella sua miseria, quindi, in quell’inginocchiarsi davanti ai piedi degli apostoli ogni sacerdote trova anche l’identità stessa, la postura stessa del proprio servizio». Infine, la Messa in Cena Domini (nella liturgia la Santa Messa nella Cena del Signore) nella quale si fa memoria dell’Ultima Cena di Cristo con i 12 apostoli: è l’ultimo atto prima del tradimento di Giuda Iscariota e del seguente arresto nell’orto dei Getsemani, il momento di massima tristezza per il Signore che a Dio rivolge la celebra invocazione «allontana da me questo calice!». Ma è proprio in quella cena, in quella Messa che Gesù con la carne del Suo Corpo e il vino del Suo Sangue, annuncia appena prima della Passione la futura Resurrezione: «Gesù non si spaventa mai delle nostre debolezze, non si spaventa mai perché Lui ha già pagato, soltanto vuole accompagnarci, vuole prenderci per mano perché la vita non sia tanto dura per noi», spiegava Papa Francesco nell’omelia dello scorso anno.
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