CDM APPROVA IL “FASCICOLO DEI MAGISTRATI”: COSA CAMBIA, NOVITÀ SUI TEST AI MAGISTRATI
Il lungo CdM del Governo Meloni di ieri ha approvato all’unanimità il “Fascicolo dei magistrati”, ovvero le “pagelle” delle toghe previste già dalla prevedente riforma della giustizia dell’ex Ministra Cartabia: via libera anche sul discusso provvedimento che istituisce test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati, scommessa lanciata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio che già ha trovato forti critiche presso l’Anm. «Il provvedimento più importante riguarda l’attuazione della legge delega del giugno 2022 sulla riforma dell’ordinamento giudiziario – afferma il ministro Nordio durante la conferenza stampa di martedì a Palazzo Chigi -. Inutile nasconderci che il punto più dolente e oggetto di controversie riguarda l’esame psicoattitudinale».
I test previsti scatteranno dal 2026 ma non saranno gestiti dal Ministero, bensì da un team universitari di psicologia selezionato dal Csm, come spiegato ieri ancora in conferenza stampa dallo stesso Nordio: «Io stesso mi sono sottoposto ai test psicologico del Minnesota, che è quello che vorremmo introdurre qui». Il Csm ha dato il suo libera finale alla norma poi approdata in Consiglio dei Ministri, con qualche correzione più “soft”: sarà appunto il Consiglio Superiore della Magistratura ad occuparsi di redigere il team di docenti universitari titolari «degli insegnamenti in materie psicologiche», mentre sul voto finale delle aspiranti toghe spetterà alla Commissione di giudici che già valuta la prova scritta e orale.
«Non vi sono interferenze da parte del governo salvo quelle burocratiche», ha detto ancora Nordio post-CdM, sottolineando poi come non si tratti di test periodici dei magistrati in servizio, bensì «è un’attuazione della legge delega del 2022, che pone come termine finale essenziale il 30 marzo». Il processo riguarda dunque solo l’ingresso in magistratura, ergo – conclude il Ministro – «tutto quello che abbiamo sentito sulle valutazioni periodiche della psiche dei magistrati sono vuote astrazioni polemiche, perché nessuno ha mai pensato di introdurre una cosa del genere». Secondo l’Anm invece la norma sui test psicoattiduinali comporterebbe un «gettare ombre sulle toghe», ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ospite dell’ultima puntata di “Otto e mezzo”. Secondo il n.1 Anm, «Non c’è un’esigenza reale, ma solo simbolica, per dire che i magistrati non sono equilibrati. I controlli già ci sono – ha spiegato ancora Santalucia -. È un messaggio simbolico per gettare ombra sulla magistratura». Qui tutte le novità approvate nel CdM del 26 marzo 2024.
INTERCETTAZIONI, LA “STRETTA” DEL GOVERNO: TUTTE LE NOVITÀ
Al tavolo del Cdm avrebbe dovuto trovar posto anche la tanto attesa norma sulle intercettazioni per portare avanti il complesso e imponente pacchetto di riforma della Giustizia voluta dal Guardasigilli Carlo Nordio: il testo era anche quasi pronto ma dopo la discussione imposta dal capogruppo Pd in Commissione Alfredo Bazoli si è deciso di rinviare alla settimana dopo Pasqua la formulazione finale del provvedimento. Secondo le anticipazioni emerse oggi sul “Messaggero”, il Governo Meloni si appresta a porre un freno alle intercettazioni come voluto fortemente dal Ministro: massimo 45 giorni per la durata delle intercettazioni, dando così addio alla possibilità per il gip di rinnovare di quindici giorni in quindici giorni la disposizione per arrivare sino al termine delle indagini (aggirando il vincolo di legge presente già).
Con un emendamento a firma della relatrice della maggioranza Erika Stefani (Lega) su un provvedimento di Pierantonio Zanettin (Forza Italia) viene riscritta parte dell’articolo dell’articolo 267 del codice di procedura penale: si istituisce il vincolo fisso di un mese e mezzo (45 giorni per l’appunto) per l’aver luogo delle intercettazioni. Si discute ancora sulle eccezioni da includere nella norma: sicuramente mafia e terrorismo, come spiegava lo stesso Nordio in sede di presentazione della riforma «Nessuno vuole toccare le intercettazioni per reati di mafia e terrorismo a anche per reati satelliti di questi fenomeni perniciosi».
L’altra possibile eccezione che porrebbe l’allungamento del periodo di ascolti viene fissata da Zanettin in questi termini: «nei casi in cui l’assoluta indispensabilità delle operazioni per un periodo di tempo più lungo sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione da parte del magistrato», si legge nel report del Messaggero. È ancora il senatore Zanettin a sottolineare come la formulazione «sulla criminalità organizzata» non contempla «espressamente le organizzazioni terroristiche. Ma per noi quella del terrorismo è una motivazione già ricompresa nella dicitura “criminalità organizzata”».