Test psicoattitudinale per i magistrati: cos’è il MMPI
Dal 2026, su disposizione del Consiglio dei ministri di martedì 26, tutti i magistrati che vorranno esercitare la professione dovranno prima sottoporsi e superare un test psicoattitudinale. Per la causa è stato scelto il Minnesota Multiphasic Personality Inventory Test (MMPI), formulato per la prima volta negli anni ’30 e già in uso da decenni nei concorsi pubblici per le cariche militari italiane.
Il test psicoattitudinale per i magistrati consisterà in 567 affermazioni alle quali il candidato deve rispondere solamente ‘vero’ o ‘falso’, fini ad indagare “la struttura personologica dell’individuo secondo una valutazione di 10 scale cliniche”, spiega Giancarlo Cerveri (direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze della Asst di Lodi) al Corriere. Per ognuna delle 10 scale si tiene poi conto di “ulteriori 3 scale definite di validità” e che aiutano a capire “se le risposte del soggetto hanno una coerenza tale da rendere il risultato del test attendibile”. Il Minnesota Test, che verrà sottoposto ai magistrati, ha “una notevole attendibilità frutto sia della modalità empirica con cui è stato strutturato, sia dall’en0rme mole di dati su cui è stato testato nel corso degli ultimi 70-80 anni”.
Domande, scale e livelli del Minnesota Test
All’interno del Minnesota Test, i magistrati si troveranno a rispondere a domande semplici, sulle proprie preferenze (“Mi piacciono le riviste di meccanica”), su sentimenti ed emozioni (“Mio padre è una buona persona”), ma anche sulle tendenze personali (“Esprimo i miei sentimenti solo quando bevo”). Cerveri al Corriere spiega che negli anni si sono rese necessarie diverse “modifiche alla struttura del test su differenti questioni”, inerenti a tematiche su cui la sensibilità, rispetto agli anni ’30, è cambiata.
Il test psicoattitudinale per i magistrati, spiega ancora Cerveri, “non è sufficiente a fare diagnosi ma fornisce indicazioni utili per meglio definire la struttura personologica dell’individuo”, ma non sostituisce in nessun caso “il colloqui clinico” con un esperto. In merito alla struttura del Minnesota Test, spiega che le 3 scale di validità servono a “capire se chi si è sottoposto tende a nascondere alcuni aspetti del suo pensiero o viceversa tende a renderli più evidenti” e sono legate a “menzogna, eccessivo controllo emotivo e apatia di risposta”. Le 10 scale cliniche del test psicoattitudinale per i magistrati, invece, includono (tra le altre “ipocondria, depressione, isteria, paranoia, schizofrenia” e, in generale, “in base al punteggio di ogni scala clinica si può inferire la presenza o assenza di specifici sintomi e l’eventuale correlazione con particolari sindromi”.