CASO ACERBI, DALLE POSSIBILI 10 GIORNATE ALL’ASSOLUZIONE: COSA È SUCCESSO?
Il caso Acerbi-Juan Jesus ha tenuto banco per intere giornate all’interno mondo del calcio italiano. Durante il match di San Siro tra Inter e Napoli, il difensore brasiliano aveva richiamato l’attenzione di La Penna affermando che Acerbi aveva pronunciato: “’vai via nero, sei solo un negro …”, frase che lo stesso Juan Jesus ha ribadito e sottolineato attraverso un comunicato ufficiale sul sito del Napoli del 27 marzo.
Si parlava addirittura di 10 giornate di squalifica per Acerbi, che nel mentre era stato anche spedito a casa dalla Nazionale di Luciano Spalletti. Intanto in rete circolava video dove si vedeva Acerbi chiedere scusa a Juan Jesus, ma nessun video che incastrava l’ex Lazio. Proprio per questo motivo, per mancanza di prove, il Giudice Sportivo ha deciso di non assegnare alcuna giornata di squalifica ad Acerbi, assolvendolo, scatenando l’indignazione del Napoli e di Juan Jesus,
TORNA A PARLARE IL DIFENSORE DELL’INTER: “TRISTE E DISPIACIUTO!”
Francesco Acerbi è tornato a parlare in occasione di un’intervista al Corriere della Sera dopo l’assoluzione da parte del Giudice Sportivo dopo le presunte frasi razziste scagliate contro Juan Jesus durante Inter-Napoli. L’interista si dichiara triste e dispiaciuto nonostante la decisione, affermando che in questa si è tratta di “una vicenda in cui abbiamo perso tutti”. Ha paragonato la reazione delle persone a lui vicine dopo l’assoluzione a quelle che si hanno quando una persona esce di galera talmente sono state giornate molto pesanti. “Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno” prosegue il difensore.
Acerbi continua a negare ogni forma di razzismo, sottolineando che lui non ha alcun problema ad ammettere che è in atto un’umiliazione e un massacro verso una persona e la sua famiglia. Inoltre, sul paragone circa la malattia che ha avuto, Acerbi spiega che in confronto è stata una passeggiata, non avendo mai avuto paura, a differenza dell’accanimento atroce avuto per il caso Juan Jesus che lo ha ferito, con il terrore di essere finito non come calciatore, ma come uomo.