Mentre lo Stato Islamico loda l’attentato a Mosca, la Russia rilancia le accuse all’Ucraina. Sarebbero emerse prove di un collegamento tra i terroristi e Kiev, stando a quanto comunicato dal comitato investigativo russo su Telegram. «I primi risultati dell’indagine confermano pienamente la natura pianificata delle azioni dei terroristi, l’attenta preparazione e il sostegno finanziario da parte degli organizzatori del crimine». Dalla collaborazione con gli autori dell’attacco terroristico contro la sala concerti Crocus City Hall, dall’analisi dei dispositivi tecnici loro sequestrato e dall’esame delle informazioni sulle transazioni finanziarie, è emersa «la prova del loro legame con i nazionalisti ucraini».
Il comitato investigativo russo sostiene che i terroristi abbiano ricevuto somme di denaro ingenti e criptovalute dall’Ucraina per preparare l’attentato, accuse che gli Stati Uniti hanno respinto con veemenza, spiegando che si tratta di una «sciocchezza» e di «propaganda». John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Usa, ha dichiarato che «è assolutamente chiaro» che l’Isis «è stato l’unico responsabile del terribile attacco terroristico a Mosca la scorsa settimana».
TURCHIA: “IMPOSSIBILE ATTENTATO SENZA AIUTO DI 007 STRANIERI”
Il comitato investigativo russo, come riportato da TASS, ha aggiunto che i terroristi si stavano dirigendo a Kiev dopo l’attacco e che tutte le azioni degli autori dell’attacco che è costato la vita ad almeno 143 persone erano supervisionate da un uomo tramite Telegram. «Secondo le istruzioni del coordinatore, i terroristi, dopo aver commesso il crimine, si sono diretti in macchina verso il confine russo-ucraino per poi attraversarlo e arrivare a Kiev per ricevere la ricompensa promessa». I primi risultati delle indagini hanno confermato, sostiene la Russia, la natura organizzata delle azioni criminali, la preparazione meticolosa e il sostegno finanziario da parte degli organizzatori dell’attacco terroristico.
Anche la Turchia crede alla pista ucraina, infatti Omer Celik, portavoce del partito Akp al potere, ha dichiarato che l’Isis non avrebbe potuto realizzare l’attentato senza l’aiuto dei servizi segreti di un altro Paese. «Questa non è un’operazione che l’Isis può fare da solo. Stiamo parlando di un teatro molto grande, cui non si accede senza che qualcuno ti abbia fatto vedere come. Basti pensare che queste persone si sono incontrate, sono diventate una cellula, hanno dovuto trovare dei soldi, ricevuto un addestramento e realizzato un attacco di queste proporzioni. Tutto questo non è possibile senza il sostegno dei servizi segreti di un qualche Stato».
PORTAFOGLIO DI CRIPTOVALUTE PER FINANZIARE ATTENTATO A MOSCA?
Il collettivo di giornalisti indipendenti “Vaznhie Istorii” è riuscito addirittura a risalire al portafoglio di criptovalute che potrebbe aver usato il gruppo di terroristi del Crocus City Hall. Dopo l’attentato, da questo conto sono stati ritirati 2.525 dollari, la somma che emerge dall’interrogatorio di uno dei sospettati, Shamsidin Fariduni. Per le forze dell’ordine russe si apre quindi la possibilità di individuare chi ha effettuato i trasferimenti di denaro. Stando a quanto ricostruito da Repubblica, avvalendosi di consulenti madrelingua, il gruppo di indagine ha esaminato una rete di chat di Telegram legate all’ala tagika di Vilayat Khorasan, gruppo terroristico in cui i simpatizzanti dell’Isis si scambiano messaggi tra tagiko, slang e russo.
Su uno dei canali usato per la propaganda islamica in lingua russa e tagika, un utente a marzo ha pubblicato il collegamento a un portafoglio per la raccolta di offerte in criptovaluta a sostegno delle “famiglie dei prigionieri”. Sarebbero militanti dell’Isis detenuti. Questo account è stato poi rimosso. Ma nello stesso periodo gli amministratori dello stesso canale hanno ricevuto fondi, cambiandoli in lire siriane. Un’altra raccolta fondi è stata lanciata il 14 marzo su un portafoglio in Usdt, moneta virtuale agganciata al valore del dollaro. Su questo conto in diverse tranche è stato versato un totale di 2.525 dollari, somma ritirata il 22 marzo, giorno dell’attentato a Mosca. Il trasferimento è avvenuto nel lasso di tempo in cui i terroristi erano a piede libero, poi le attività sul portafoglio di criptovalute si sono fermate.