IL SINDACATO DI POLIZIA LANCIA L’ALLARME SU MILANO: “C’È UN ASSE TRA IMMIGRATI E ANTAGONISTI”
L’aggressione contro le forze dell’ordine a Milano in Via Padova prima di Pasqua è solo l’ultimo degli eventi che spaventano, dalla Lombardia a Roma, fino a Torino – per non parlare delle violenze viste in queste settimane dentro e fuori le università italiane. Un ennesimo grido di allarme arriva dalle stesse forze di polizia, in particolare dal sindacato autonomo Coisp, con il segretario generale Domenico Pianese intervistato da “Libero Quotidiano” dopo gli ultimi fatti avvenuti tra Torino e Milano. «Bisogna partire dall’elemento principale che accumuna questi episodi», racconta l’agente e segretario Coisp, in quanto accade sempre più spesso che «persone che hanno già commesso reati violenti e che hanno precedenti penali importanti, sono libere di andare in giro per le strade continuando a delinquere».
Secondo il sindacato autonomia di Polizia, un primo problema è rappresentato dunque da un sistema giudiziario che non è più in grado di mettere gli agenti «nelle condizioni di poter ottemperare al meglio per poter difendere i cittadini». Un altro tema non da meno, rileva Pianese, è la proliferazione di episodi di criminalità all’interno di quartieri-ghetto presenti in Milano e non solo: diverse zone «si stanno trasformando in una risacca di emarginazione sociale e culturale», dove è divenuto ormai rischioso intervenire per tutte le forze dell’ordine. Nella Milano di Sala ad oggi, chiarisce meglio il Coisp, «non è più possibile intervenire con una sola volante, ma devono farlo almeno cinque auto della polizia affinché si porti a buon fine un intervento». Secondo il sindacato di Polizia, vi è una saldatura ormai evidente e consistente «tra centri sociali (antagonisti, ndr) e immigrati, ormai non è più un evento casuale»: è un fenomeno accertato da diversi episodi in questi mesi, con «azioni dove si aggrediscono le forze di polizia, l’esempio di Torino è plateale».
MILANO COME TORINO: COSA STA SUCCEDENDO DOPO L’ULTIMA FOLLIA AVVENUTA IN VIA PADOVA PRIMA DI PASQUA
Gli agenti feriti sono sempre di più e dal sindacato Coisp arriva l’allarme bello netto rivolto sia al Comune di Milano che al Viminale: «quanto accaduto in Via Padova è la stessa dinamica di quello che è successo a Torino pochi giorni fa», quando antagonisti estremisti dei centri sociali hanno cercato di liberare un clandestino pluripregiudicato tratto in arresto e che stava per essere accompagnato in un Cpr. Questo avviene purtroppo, denuncia Pianese, perché queste persone «sanno di poterla fare franca». A Milano invece pochi giorni dopo è avvenuto che ben 30 immigrati hanno assalito cercando di fermare un arresto di un 17enne sospettato di rapina ad un turista in centro: come racconta il segretario del Coisp, il ragazzino mentre veniva arrestato ha urlato in lingua araba attirando l’attenzione dei tanti presenti in strada e poco dopo sono intervenuti un mix di migranti nordafricani e antagonisti del vicino centro sociale T28.
Da Torino a Milano passando per i vari antagonisti presenti nelle manifestazioni pro-Hamas dentro e fuori le università: «sono movimenti che si alimentano e che si fanno scudo l’uno con l’altro», conclude il sindacalista, «questo non accade nelle manifestazioni autorizzate, in quei casi gli organizzatori si assumono la responsabilità di preavvisare e perciò è molto più difficile che accadano disordini». La richiesta al Governo è di un inasprimento di sanzioni penali per alcuni reati violenti, specie in chi aggredisce le forze di polizia: «basti pensare che nessuno dei 50 assalitori di Torino» contro l’auto della polizia «è andato in galera». Come Pianese anche il segretario generale Fsp-Polizia di Stato, Walter Mazzetti, è dello stesso parere: raggiunto anch’egli da “Libero” commenta amaramente, «una violenza e un’arroganza, un senso di impunità sempre più radicati che si traducono in rischi maggiori per donne e uomini in divisa». Il timore che dalle forze di polizia si alza forte è non tardare nell’intervenire a livello politico, «prima che ci scappi il morto».