CAOS PFIZER E ALLEANZE, VON DER LEYEN A RISCHIO? GLI SCENARI NEL PPE
Non è sempre così ma di solito chi entra Papa, esce cardinale… E così il destino politico dopo le prossime Elezioni Europee 2024 per la Presidente della Commissione Ue uscente, Ursula Von der Leyen, sembra sempre più in bilico rispetto solo a qualche settimana fa quando venne ricandidata ufficialmente dal PPE (Popolari) come “Spitzenkandidat” del Partito. Lo schema di alleanze, visti anche gli ultimi sondaggi, dovrebbero più o meno replicare quanto visto 5 anni fa: PPE, PSE, Renew potrebbero mantenere la maggioranza, anche se la crescita netta dei partiti di destra – su tutti, ID (Salvini) e ECR (Meloni) – hanno portato diverse considerazioni in casa Popolari tanto da avvicinare e non poco negli ultimi mesi i rapporti tra la Premier italiana e la Presidente europea.
Il rischio comunque sempre complesso di alleanze post-voto (necessarie vista la natura strettamente proporzionale del sistema elettorale alle Europee) potrebbe aumentare di incertezza per quanto sta avvenendo sotto il profilo giudiziario: lo “Pfizer-gate” legato ai messaggi tra la Presidente Von der Leyen e il CEO di Pfizer-BioNTech Albert Bourla è esploso a due mesi dalle Elezioni, con una tempistica che subito ha fatto gridare alla consueta pratica italiana della “giustizia ad orologeria”. Al netto delle considerazioni sul tanti dossier aperti, resta il dato politico: Von der Leyen è la leader più vicina alla riconferma come Presidente della Commissione Ue, ma nessuno a Bruxelles la darebbe come certa al giorno d’oggi. E così iniziano ad emergere le varie ipotesi sui possibili “piani B” in capo al PPE qualora la candidatura della baronessa tedesca dovesse giungere appannata ai primi di giugno: la “short List” citata oggi dal collega Ilario Lombardo per “La Stampa”, citando fonti dell’Europarlamento, prevede tre nomi tutti interni al Partito Popolare ma graditi a Fratelli d’Italia e che potrebbero insidiare la leadership di Von der Leyen qualora le cose non dovessero funzionare nei prossimi mesi.
IL NODO MELONI: VON DER LEYEN O PUNTARE SU ALTRI? IL RETROSCENA DA BRUXELLES
Si tratta nello specifico del vicepremier italiano, ed ex Presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani; del premier della Croazia, Andreij Plenkovic e dell’attuale n.1 dell’Eurocamera, la maltese popolare Roberta Metsola, Secondo il retroscena da Bruxelles riportato da Lombardo, non è solo la Francia di Macron a non gradire appieno Von der Leyen, ma potrebbe appunto essere anche la stessa Meloni in Italia a non essere pienamente convinta dal “sodalizio” PPE-ECR sul nome della Presidente uscente identificata dai Conservatori come la semi-responsabile dei disastri green della legislatura uscente.
Il complesso meccanismo di nomina dei Presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo rende la partita apertissima su tutti i fronti con la stessa Meloni che punterebbe a quel punto su uno dei tre nomi per rafforzare un asse più a destra per il prossimo Governo europeo. Il più gradito rimarrebbe ovviamente Tajani, anche perché in quel modo l’Italia strapperebbe una nomina ben più importante rispetto a qualche strategico Commissario (Economia, Commercio o Agricoltura i più ambiti): tutto ovviamente se in fase di negoziazioni europee post-voto non spunti al Consiglio Ue il “candidato” di Macron, quel Mario Draghi che scompaginerebbe i piani tanto di Meloni quanto dello stesso PPE non essendo “inscatolabile” in nessun partito europeo. Pfizer-gate, evoluzione guerre internazionali e rapporto con Meloni: probabilmente da questi tre “scenari” aperti si capirà molto (se non tutto) del futuro politico di Ursula Von der Leyen.