“SERVE UNA NUOVA CONVENZIONE SUI CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ”: L’INTERVENTO DI MONS. CACCIA ALL’ONU
Nel suo ultimo discorso all’ONU mons. Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le Organizzazioni internazionali, ha confermato quanto il Vaticano da tempo richiede alle Nazioni Unite circa la necessità di una nuova convenzione internazionale sui crimini contro l’umanità. E proprio durante il sesto comitato della 78esima Assemblea Generale ONU tenutasi dopo Pasqua si è affrontato finalmente una bozza di testo sulla prevenzione e punizione dei crimini contro l’umanità.
Secondo l’arcivescovo rappresentante del Vaticano, «È necessario arrivare alla conclusione di uno strumento universale, multilaterale e giuridicamente vincolante, che codifichi il diritto consuetudinario esistente» in tema di «crimini contro l’umanità come crimini internazionali». Una futura convenzione che, nell’ottica della Santa Sede, potrebbe finalmente promuovere la cooperazione internazionale nella prevenzione e nella punizione di tali atti efferati: dalle guerre in Ucraina e nella Striscia di Gaza agli orrori di molti Paesi africani e del sud-est asiatico, dai drammi nascosti del passato alle condizioni ancora oggi disumane nei vari Laogai cinesi o nelle carceri siberiane; molto insomma c’è ancora da fare per migliorare davvero le condizioni di tutti nel mondo.
BENE COMUNE, DIGNITÀ E CRIMINI: COSA HA DETTO L’OSSERVATORE DEL VATICANO PRESSO L’ONU
«La futura convenzione aiuterebbe la comunità internazionale a realizzare meglio il bene comune», ha spiegato mons. Caccia durante il suo discorso all’ONU citando Papa Francesco, «esiste solo considerando la persona umana in ogni momento». È dunque auspicabile, ha poi aggiunto, che vi sia effetto riferimento alla dignità umana «nel preambolo del testo».
Non solo, è necessario e «imperativo» per l’arcivescovo e per tutto il Vaticano che vi sia citata e indicata la prevenzione ai crimini contro l’umanità: «gli imperativi morali intrecciati del rispetto della dignità umana e della promozione del bene comune portano alla conclusione che gli interessi sovrani non possono mai giustificare i crimini contro l’umanità». Per questo motivo, ha concluso l’arcivescovo Caccia, nonchè osservatore permanente del Vaticano all’ONU, «la definizione di detti crimini non dovrebbe discostarsi dalle norme consuetudinarie esistenti».