Fred Burns, figlio del chitarrista e compositore britannico Raymond Burns, più conosciuto con il nome d’arte di Captain Sensible e per essere il co fondatore della band The Damned, è oggi un regista di successo che firma soprattutto documentari sul tema della scena punk inglese dei primi anni 80. Grazie alle esperienze fatte in famiglia infatti, Fred è diventato collezionista e appassionato di questo genere che ha segnato un’epoca, non solo nella musica ma anche per lo stile di vita caratteristico dei suoi seguaci.
Burns ha diretto il documentario, che è stato pubblicato su Netflix, vincitore di alcuni premi, intitolato “Fondamentalmente Johnny Moped“, nel quale riprende, attraverso quelli che sono stati i racconti di suo padre fin da quando era bambino, le storie dei personaggi suburbani e delle loro famiglie in pieno periodo dell’esplosione del punk, alla fine degli anni 70. Le vicende del protagonista del film infatti, come lo stesso Burns ha ammesso, vengono proprio dalle chiacchiere da bar che da piccolo ascoltava quando era al pub.
Fred Burns, figlio di Captain Sensible: “Ho raccontato il punk attraverso i racconti di papà”
Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible è stato il fondatore e compositore della band punk The Damned, ora suo figlio Fred Burns, ripercorre le principali tappe della scena musicale anni 70 80, attraverso film e documentari di successo, ispirati proprio alle sue esperienze fatte da bambino e ai racconti del padre. In particolare per il documentario di successo “Fondamentalmente Johnny Moped”, che è stato trasmesso anche su Netflix, ha affermato, che alla prima visione era terrorizzato dal fatto che suo padre lo vedesse, ma poi ha detto: “È stata una grande emozione guardarlo seduto accanto a papà“.
Su come sia nata la passione per la regia, ha più volte detto che anche questa nasce dall’ispirazione della famiglia. Perchè, come ha raccontato: “Mio papà spesso prendeva la videocamera in mano per riprendere momenti quotidiani e cose divertenti”, aggiungendo: “Volevo fare l’animatore ma avevo troppe storie da raccontare, molte cose che mi hanno toccato personalmente, nel bene e nel male“.