Continuano ad aumentare le aggressioni che si verificano a scuola ai danni di docenti, dirigenti e personale Ata, commesse sia dagli alunni che (soprattutto) dai genitori e, in pochissimi casi, da persone esterne. Lo riportano gli ultimi dati aggiornati al 29 marzo 2024 del ministero dell’Istruzione e del merito, che ha attivato per la prima volta un sistema di sorveglianza degli episodi violenti che si verificano, ormai quasi settimanalmente, nelle scuole italiane.
Rimanendo nell’ambito dei dati sulle aggressioni a scuola, nell’anno scolastico 2023-24, iniziato lo scorso settembre, complessivamente si sono registrati 46 casi in tutta Italia, che come aveva già anticipato il ministro Valditara lo scorso febbraio, rappresentano “un aumento del 110%” rispetto ai dati del precedente anno accademico. Tra il 2022 e il 2023, infatti, i casi totali sui 9 mesi di lezione (escludendo l’estate) furono ‘solamente’ 36, il ché porta il totale dell’ultimo anno e mezzo ad oltre 82 episodi violenti. Tra le 82 aggressioni che ci sono state a scuola negli ultimi anni, 61 erano a danni dei docenti, mentre 12 contro i dirigenti e le restanti 9 nei confronti del personale Ata. Per quanto riguarda le 46 registrare quest’anno, invece, 23 (il 50% esatto) sono state commesse da genitori, altre 19 dagli studenti e le ultime 4 da persone esterne ai fatti.
Aggressioni a scuola: in arrivo una nuova legge con pene aumentate
Insomma, mentre le aggressioni a scuola aumentano, secondo Giuseppe Valditara è sempre più chiaro che è anche in aumento “la conflittualità tra famiglie e scuola”. Secondo Rossano Sasso (capogruppo Lega in commissione Cultura), similmente, “padri e madri [sono] sempre meno genitori e sempre più sindacalisti dei figli, sempre meno guida e sempre più amici dei propri rampolli, anche quando sbagliano. Siamo passati da un’epoca in cui, dinanzi a un brutto voto, si doveva dare conto ai genitori, a un tempo in cui le spiegazioni vengono chieste ai docenti”.
Sempre Sasso, in merito alle aggressioni a scuola, già il 30 marzo aveva parlato della nuova legge che è entrata, nel frattempo, in vigore con l’obiettivo di “restituire autorevolezza ai lavoratori della scuola. Il messaggio deve essere chiaro: chi tocca un docente, un impiegato, un collaboratore e un dirigente, tocca lo Stato”. Nel testo sono previsti generali aumenti delle pene contro chi commette qualsiasi tipo di aggressione dentro ad una scuola: chi arriva alle mani passerà tra i 7 anni e mezzo e i 12 in carcere (rispetto agli attuali 5 anni), mentre l’oltraggio costerà tra i 4 anni e mezzo e i 6 di reclusione (attualmente 3). Inoltre, contro il fenomeno delle aggressioni, verrà istituito un apposito Osservatorio con il compito di vigilare sull’applicazione delle misure di prevenzione, incluse anche quelle di contrasto al disagio giovanile.