La ragazza trovata morta in una chiesa diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta, è stata identificata da alcuni parenti che si trovano nella caserma dei carabinieri di Aosta. Si tratta di una 22enne francese, morta a causa di alcune coltellate al collo e all’addome che le hanno provocato una grave emorragia. Ciò è emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi, che ha consegnato una relazione preliminare parziale alla procura di Aosta, che ha aperto un fascicolo per omicidio. Invece, ci vorranno alcuni giorni per conoscere i risultati degli esami tossicologici.
Va definito anche l’orario stimato della morte e da quanti giorni il cadavere era lassù. Accanto al corpo c’erano una confezione di marshmallow, qualche cartaccia e dei rifiuti. Non c’erano documenti né un telefono cellulare con lei. Nel frattempo, proseguono le ricerche dell’uomo che, stando ad alcune testimonianze, era stato notato nella zona con una ragazza che corrisponde alla descrizione della ragazza. (agg. di Silvana Palazzo)
Aosta, ragazza morta in chiesa diroccata: “Decesso per dissanguamento”
Prime risposte dall’autopsia sul corpo della giovane trovata senza vita nella chiesetta sopra La Salle, vicino ad Aosta: il medico legale Roberto Testi, incaricato di svolgere l’esame sul cadavere, secondo quanto riportato da Mattino 4 avrebbe depositato una relazione preliminare che indicherebbe nel dissanguamento la causa del decesso, dovuto a una emorragia legata alle ferite rilevate a carico del collo e dell’addome.
Il documento prodotto in via preliminare dal consulente tecnico sarebbe stato consegnato alla Procura di Aosta e occorreranno diversi giorni per avere i risultati degli esami tossicologici disposti. Uno dei tagli al collo della vittima sarebbe particolarmente profondo e sarebbe morta poco tempo prima del ritrovamento avvenuto il 5 aprile scorso.
Giallo di Aosta, supertestimone: “La ragazza e l’amico sembravano due vampiri”
Il racconto di un supertestimone si innesta nel giallo della ragazza trovata morta nella cappella di una chiesetta sconsacrata del villaggio abbandonato di Equilivaz, sopra La Salle, tra Aosta e Courmayeur. È la novità delle ultime ore nel mistero che da giorni avvolge il ritrovamento del cadavere di una giovane, forse di nazionalità francese e di età tra i 20 e i 30 anni, fatto venerdì scorso da un gruppo di escursionisti nell’ex luogo di culto diroccato a cui si arriva attraverso un percorso impervio.
La testimonianza, raccolta da La Stampa, arriva da un residente del posto che avrebbe visto la vittima in compagnia di un ragazzo il 2 aprile scorso, tre giorni prima del rinvenimento del corpo della giovane. L’uomo esclude la presenza di un furgone bordeaux che, stando alle prime indiscrezioni, sarebbe oggetto di una serrata ricerca da parte degli inquirenti perché ritenuto di potenziale interesse nella vicenda. Quello descritto dal testimone non sarebbe stato un semplice avvistamento, ma un incontro ravvicinato incorniciato da un breve scambio di battute: “Quei due ragazzi erano qui davanti, erano a piedi. Lei molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri“. Al quotidiano, il testimone avrebbe inoltre riferito di aver pensato che la ragazza fosse così pallida da sembrare “un cadavere”, impressione che gli sarebbe rimasta scolpita nella mente alla luce del successivo drammatico epilogo.
Aosta, giallo della ragazza morta in una chiesetta: le rivelazioni del testimone
Il testimone avrebbe già raccontato tutto ai Carabinieri, e a La Stampa avrebbe confermato non solo di aver visto i due giovani il 2 aprile scorso, ma di averci anche parlato. Gli avrebbero detto di essere arrivati dal confine svizzero e in quel momento sarebbero stati alla ricerca di un supermercato, ma non è tutto. Al testimone avrebbero raccontato di voler campeggiare in montagna e l’uomo si dice sicuro che nel giallo non ci sia alcun furgone: “Mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo“.
“Non li ho visti soltanto io quel giorno – ha aggiunto –, ma una persona che conosco, quando sono scesi dal pullman, proprio all’altezza del sentiero che porta alla chiesetta. Avevano le borse della spesa“. Secondo la testimonianza, dunque, i due ragazzi erano a piedi e non avevano un mezzo a disposizione come invece ritenuto verosimile fin dall’immediatezza del ritrovamento del cadavere. Entrambi sarebbero stati sprovvisti di attrezzature “tecniche” per escursioni, vestiti soltanto con “abiti neri, da dark” per nulla adatti al clima montano. “Ci ho pensato quando, due giorni dopo, ha nevicato. Mi sono detto ‘chissà quei due’“, ha commentato il testimone al quotidiano. Secondo il suo resoconto di quell’incontro fortuito, a parlare sarebbe stato soltanto il ragazzo, che si sarebbe espresso in un “buon italiano” ma non gli sarebbe sembrato un connazionale. Nulla, nel suo atteggiamento, gli avrebbe fatto pensare di trovarsi di fronte ad una persona con problemi o dipendenze.
Aosta, si indaga per omicidio: sul corpo ferite da arma da taglio, una profonda al collo
Sul caso, la Procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio e si attende l’esito dell’autopsia per chiarire cause e dinamica del decesso. L’incarico di eseguire l’esame, riporta La Stampa, è affidato al medico legale Roberto Testi, mentre le indagini non sembrerebbero escludere alcuna pista: dal delitto d’impeto al culmine di una lite al rito satanico. Fonti investigative avrebbero riferito di una ulteriore ipotesi al vaglio degli inquirenti, sebbene al momento apparentemente priva di riscontri significativi: il suicidio.
Il corpo della ragazza sarebbe stato trovato il 5 aprile scorso all’interno della cappella della chiesetta diroccata sopra La Salle, a terra in posizione fetale “come se dormisse”, secondo chi lo ha scoperto, con accanto soltanto alcuni avanzi di cibo e nessun effetto personale capace di agevolarne l’identificazione. Nessun telefonino né documento. Il cadavere presenterebbe diverse ferite da arma da taglio tra cui una, profonda, al collo, e segni di trascinamento che sembrerebbero confermati dalle tracce di sangue sulla scena.