VIDEO SPOT AMICA CHIPS CON LA PATATINA AL POSTO DELL’OSTIA: LA BLASFEMIA IN TRE VERSIONI
Ad Amica Chips sono riusciti in un’impresa non facile: lo spot della patatina con Rocco Siffredi non è affatto la pubblicità più “scabrosa” messa in onda dalla nota azienda di snack. Da qualche giorno infatti circola sul web e sulle tv nazionali lo spot “religioso” dove una patatina “sostituisce” l’ostia dell’Eucaristia per colpa di una suora “ribelle”: sfregio ignobile e blasfemo per milioni di cristiani e cattolici, o una mera “provocazione” atta a smuovere le torbide acque dei social ottenendo views e profitti? Tendenzialmente siamo sempre per la seconda ipotesi, tanto più che in effetti da quando è emersa la polemica sul nuovo spot della patatina le views e le interazioni sono letteralmente schizzate: osservando però bene la genesi di questa nuova pubblicità, specie nella tripla versione, qualcosina agli ideatori dello spot potremmo anche dirla. Come dimostrano i recenti spot Esselunga è possibile unire l’idea basica del profitto ad un messaggio veicolato non banale e “costruttivo” al tempo stesso.
Rimandando se volete al video qui a fondo pagina della versione “estesa” dello spot di Amica Chips (ve ne sono poi altre due versioni, una “edulcorata” per la Rai e un’altra comunque più “light” di quella web per Mediaset e le altre tv), la “sinossi” è molto semplice: durante una Santa Messa in un convento con suore giovani novizie (e piacenti, ma siamo certi che in questo caso nessuno li accuserà di sessismo…), il prete si appresta al rito dell’Eucaristia ma appena dà un’ostia alla prima suora in fila si ode uno scrocchio anomalo. Stupore e choc trai presenti finché si accorgono che nella pisside sono presenti patatine al posto della comunione: il “mistero” viene subito svelato, appena dietro l’altare si scopre la suora più anziana che sgranocchia un pacchetto di patatine Amica Chips con sguardo complice avendo appena messo lo snack dentro la pisside scoperta vuota. A chiudere il tutto, con in sottofondo la meraviglia dell’Ave Maria di Schubert (e qui non siamo ironici, ndr), il claim dello spot: «Amica chips, il divino quotidiano».
LO SPOT AMICA CHIPS, IL RISPETTO E LA PROVOCAZIONE: “CON L’ISLAM…”
Non sapendo da dove cominciare forse è meglio premettere un giudizio, seppur banale: si tratta di uno spot, di una pubblicità web e tv che poco o nulla sposterà le convinzioni e gli animi di chi vi si appresta. Chi si offenderà da un lato, chi apprezzerà il lato provocatorio-satirico dall’altro, chi vivrà lo stesso benissimo anche senza esprimersi sullo spot “scandaloso”: quello che interessa ad Amica Chips come chiunque altro vive di pubblicità è che più che altro “se ne parli” e quindi – anche solo per questo motivo – lo spot della patatina al posto dell’Eucaristia è già un “successo”.
Come ha spiegato Lorenzo Marini, che ha firmato la direzione creativa dello spot, raggiunto dal quotidiano cattolico “Avvenire”, la pubblicità è solo «irriverente» e non blasfema; non solo, ha spiegato di essere lui stesso cattolico praticante e non aveva alcuna intenzione di offendere la fede in Cristo. Le ire delle associazioni cattoliche si sono però subito levate in coro nel chiedere la rimozione della pubblicità così come altri hanno proposto di boicottare l’azienda non comprando più prodotti Amica Chips. Ecco, lasciando solo uno dei commenti che riteniamo più equilibrati qui a fondo pagina, ci limitiamo ad osservare un unico elemento: che sia blasfemo o meno, lo spot sulla comunione rischia di peccare di cattivo gusto oltre che di stereotipi un po’ superati. La suora bella, il prete anziano e mezzo cecato (solo al sottoscritto è venuto in mente il leggendario Carlo Verdone-prete in Viaggi di Nozze?), la religiosa più anziana con sguardo truce: come se fossimo negli anni Settanta, quando parlare male della Chiesa era considerato atto di lesa maestà e gli spot neanche si sognavano di avventarsi in “ironie” del genere. Ecco ci sembra uno stop “vecchio”, con offese e sberleffi forse un po’ superati e che dunque a maggior ragione tendono a scadere nel cattivo gusto. Aggiungiamo una postilla: ma se lo spot della patatina fosse stato fatto durante la preghiera del venerdì in una moschea islamica, cosa sarebbe venuto fuori? Quali polemiche e interrogazioni in Parlamento Europeo sarebbero emerse in difesa della “libertà religiosa”? Ad essere colpiti invece sono solo i “poveri” cattolici e quindi ci si ride su e addirittura si chiede che non esagerino con le rimostranze. La presenza poi di tre versioni diverse per lo stesso spot dimostra da un lato la sensibilità di Rai e Mediaset nel non eccedere con i propri spettatori sul rischio blasfemia, dall’altro però emerge una certa ipocrisia per Amica Chips nell’edulcorare uno spot con il solo fine di monetizzare il più possibile.
LA DENUNCIA DEL CLUB SANTA CHIARA: BEFFA PER MILIONI DI CRISTIANI UTILE AD AMPLIFICARE EFFETTI SPOT
«Come credenti, ci associamo alle proteste di coloro che hanno contestato la versione integrale del comunicato commerciale e stigmatizziamo l’utilizzo offensivo dei contenuti proposti per la promozione del prodotto», così lamenta l’Associazione Club Santa Chiara (associazione degli operatori della comunicazione), sottolineando come anche sul fronte professionale la mancata diffusione dello spot integrale è in realtà un punto di pregio per Mediaset e Rai.
Resta però il problema di fondo e per questo il Club spiega in una nota come vi sia piena «mancanza di responsabilità da parte dei promotori della campagna pubblicitaria che, facendosi beffa della sensibilità di milioni di cristiani, hanno utilizzato questo storytelling con l’obiettivo – discutibile – di sollevare polemiche per amplificare a dismisura il buzz su social media e mezzi di comunicazione». Le views saranno anche cresciute ma la reputazione di Amica Chips con una patatina al posto dell’Eucaristia potrebbe alla lunga anche pesare in negativo: «facciamo appello alla responsabilità di tutti gli operatori del nostro settore affinché si prenda atto di quanto sia dannosa e controproducente la divulgazione di messaggi privi dei criteri basilari che dovrebbero orientare l’attività di una corretta informazione giornalistica e commerciale», conclude il giudizio netto del Club Santa Chiara.
Al termine di una lunga giornata di polemiche sullo spot, è giunto in serata lo stop Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) alla pubblicazione della pubblicità in tv e sul web: è stato ingiunto alle parti coinvolte – ovvero l’azienda Amica Chips con la società che ha organizzato la pubblicità – «di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, secondo cui: ‘La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose». Ad avviso dello stesso Comitato, si legge nella nota pubblicata dall’Agenzia ANSA, il parallelismo generato dal messaggio dello spot tra patatina e l’ostia della Comunione, «si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso». Le parti coinvolte hanno ora una settimana di tempo per presentare eventuale ricorso al Comitato di Controllo dello Iap.