La relazione di sei pagine scritta dagli ispettori del ministero della Salute all’ospedale Careggi di Firenze per approfondire come viene trattata la disforia di genere rivela molte «criticità». Tre sono importanti. La prima, come evidenziato da Libero che ha visionato il documento, riguarda il supporto psichiatrico, che è necessario per somministrare la triptorelina, il farmaco che blocca lo sviluppo degli organi sessuali. La seconda sul monitoraggio dei dati clinici e la terza sul ruolo del neuropsichiatra infantile. La relazione contesta l’ospedale fiorentino viene in 25 punti e suggerisce 11 «azioni di miglioramento». A tal proposito, «si invita la Regione Toscana a porre in essere» le correzioni «entro 30 giorni dal ricevimento della presente» ed «entro 90 giorni sullo stato di avanzamento o l’eventuale completamento». C’è stata una possibile confusione per l’«interpretazione dei criteri di inclusione della determina Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr) relativa all’impiego della triptorelina».
La relazione conferma che «alcuni casi trattati con triptorelina sarebbero stati oggetto soltanto di trattamento psicologico e psicoterapeutico», non psichiatrico. Per il ministero anche l’età conta: «Per quanto riguarda i monitoraggi clinici richiesti», continua la relazione, «è stato rilevato che l’unità operativa ha inviato i dati relativi a tutti gli 85 pazienti trattati con triptorelina su base trimestrale» ma «nell’ambito di un file cumulativo», quindi senza un’adeguata individualizzazione delle specifiche dei soggetti. Ciò genera «molte difficoltà nell’interpretazione dei dati stessi essendo le popolazioni molto diverse per età, stato puberale e associazione con la terapia ormonale».
LE CRITICITÀ SEGNALATE DAGLI ISPETTORI NELLA RELAZIONE
Sono emersi problemi anche sulla comunicazione delle spese, visto che la Regione Toscana dal gennaio 2019 al dicembre 2023 ha dispensato 325 confezioni di triptorelina per circa 25mila euro, ma c’è stata un’«inadempienza relativa alla trasmissione ad Aifa dei dati di spesa per i farmaci rimborsati». Libero però precisa che la Regione Toscana si impegna a riattivare da subito la trasmissione trimestrale dei dati. Gli ispettori mandati dal ministero della Salute all’ospedale Careggi di Firenze segnalano anche un «mancato coinvolgimento diretto nella valutazione del paziente del npi (neuropsichiatra infantile, ndr) dell’equipe multidisciplinare che si limita a esaminare la documentazione redatta da colleghi che hanno visitato anche presso altre Asl o talora in ambito privato», sia una «possibile evenienza, pur se rara, di avvio al trattamento con triptorelina di pazienti che durante il percorso non siamo mai stati visitati da un npi».
Inoltre, gli ispettori ritengono «esiguo» il numero di colloqui effettuati durante la presa in carico dei casi a fronte del percorso proposto per la disforia di genere, mentre giudicano «eccessivamente dilatati» i tempi tra una visita psicologica e l’altra. Tutto ciò impedisce «di identificare un percorso psicoterapeutico, ma solo di supporto: tale circostanza causa la mancanza di una condizione fondamentale per una corretta presa in carico di un paziente che potrebbe avviare alla transizione di genere». Gli ispettori criticano poi l’«unico clinico prevalente coinvolto negli aspetti di accertamento psicologico che in tutte le fasi conosce minori e adulti», una scelta che peraltro può suscitare «una ulteriore difficoltà nella definizione diagnostica, per le inevitabili ricadute nella gestione dello spazio di consulenza».
LO SCONTRO TRA IL CENTRODESTRA E IL GOVERNATORE GIANI
Attorno all’ospedale Careggi di Firenze e al caso disforia di genere è scoppiato anche un caso politico. In particolare, si sta consumando uno scontro tra il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il centrodestra, con Fratelli d’Italia in particolare che sollecita la chiusura del centro per la disforia di genere. Invece il governatore Pd ritiene che il centrodestra stia strumentalizzando la questione. «La relazione è ordinaria. Il neuropsichiatra lo metteremo in pochi giorni. Il centro non viene messo in discussione e offre una risposta al disagio di tante famiglie». Quindi, Giani minimizza: «Da una prima lettura sommaria sembrano emergere indicazioni tese al miglioramento di alcune attività del Centro per l’incongruenza e disforia di genere di Careggi». Ai giornali locali ha fatto anche sapere che, sebbene la relazione debba essere ancora analizzata in modo dettagliato, «non lascerebbe trasparire una censura, ma indicherebbe dei correttivi».
Di diverso parere è Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato che ha chiesto e ottenuto l’intervento del ministro della Salute Orazio Schillaci. «Il presidente della Regione Toscana Giani continua a ciurlare nel manico. Io non faccio speculazioni elettorali, io ho accertato che è un ospedale che è sotto la sua giurisdizione ha trattato dei bambini in difformità dalle regole vigenti. Una violazione molto grave. Sulla quale non io, ma altri hanno presentato un esposto perfino alla Procura della Repubblica. Giani si deve scusare, non deve mostrare la sua consueta arroganza e superficialità». Di Gasparri è l’interrogazione a dicembre, a cui il governo ha risposto ad aprile dopo un’ispezione a gennaio. «Se dei bambini sono stati sottoposti ad un trattamento senza l’adeguata e prevista assistenza psicoterapeutica specializzata per l’infanzia Giani lo ammetta».