Non passano di certo inosservate le parole di Kate Antropova, pallavolista della nazionale volley, nei confronti di Paola Egonu. Oggi la giocatrice di Scandicci ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera in cui ha appunto spiegato che la collega Egonu non è una sua amica. «Sono curiosa di lavorare con lui – dice riferendosi al ct della nazionale italiana Julio Velasco – sarà un altro passo nella mia crescita. Voglio conoscerlo meglio, confrontarmi con lui, approfondire la sua idea di pallavolo e imparare cose nuove», aggiungendo di sentirsi cresciuta rispetto ad un anno fa anche grazie al suo mental coach con cui «ho lavorato molto e ho capito che se mi prefiggo un obiettivo, poi sono in grado di raggiungerlo».
E ancora: «Ho iniziato questo percorso all’inizio della scorsa estate perché volevo un aiuto a controllare le emozioni nuove che avrei vissuto. È stata preziosa in tutto il percorso, mi ha aiutato a non leggere o ascoltare tutte le chiacchiere che mi avrebbero distratta».
KATE ANTROPOVA: “PAOLA EGONU? SIAMO DIVERSE”
Antropova ammette di non essere malata di social, a cominciare da Facebook, che la stessa non ha «Dare troppo valore alle parole di chi non ritengo importante è solo deleterio. Sono una persona pragmatica, preferisco concentrarmi su di me e sulle opinioni di chi stimo». Sull’eterno confronto con Paola Egonu, invece: «Siamo diverse. Divido gli opposti in due categorie: in una ci sono Paola e Vargas, dotate di un talento naturale incredibile. Nell’altra ci metto Boskovic, Haak che hanno raggiunto quel livello col lavoro».
«Non so chi sia più forte – ha continuato – ma se Paola salta due metri e attacca una diagonale strettissima, bisogna solo applaudire. Io posso fare altro, faccio parte della categoria di chi deve osservare, provare, riprovare e continuare lavorare». Quindi precisa «Compagne e non amiche? Non è necessario essere amiche in una squadra, l’importante è lavorare per il bene comune. Io darò sempre il massimo – aggiunge – in allenamento e in partita. C’è il c.t. per queste scelte. Di sicuro, per la maglia azzurra sono disposta a fare tutto ciò che l’allenatore mi chiederà».
KATE ANTROPOVA E LE DIFFICOLTÀ NEL FARE L’UNIVERSITÀ
Antropova sta anche studiando all’università online, ma non è facile visti i molteplici impegni: «Ho dovuto rinunciare a un esame perché ero in volo, per esempio. Però questa facoltà di moda e design mi piace». La giocatrice svela anche di essere interessata alle nuove cultura ma anche di studiare psicologia e di leggere: «Ho ricominciato da poco a leggere in russo. Sto leggendo “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e un libro in inglese di psicologia sui traumi infantili. Ho un po’ rallentato il ritmo, ma l’obiettivo raggiunto è di cinque libri in un mese».
Chiusura dedicata all’esclusione della Russia dalle competizioni internazionali così come deciso dal CIO, il comitato olimpico: «È un discorso molto complicato, ma non capisco come nel mondo possano esserci conflitti che non sia possibile risolvere col dialogo. Sarò anche infantile da questo punto di vista, ma ho sempre creduto nell’arte della parola. E non mi capacito del fatto che debbano essere gli sportivi, in questo caso, a pagare per le azioni di altre persone».