Durante la diretta di UnoMattina è stato dedicato un ampio approfondimento al funzionamento e, soprattutto, alla tutela del proprio cuore, organo vitale e che è collegato a decine di differenti patologie, che in larga parte possono essere evitate con delle semplici come insegna la famosissima dieta mediterranea. “È un po’ il sensore delle nostre emozioni”, spiega Mauro Mario Maiani (medico nutrizionista), “e la nostra salute si basa non solo sui dolori, sui pensieri, ma soprattutto sulle emozioni. Unendo a questi fattori anche l’alimentazione”, sottolinea, “possiamo raggiungere il ben-essere”. Una condizione sempre più rara nella società moderna perché, ricorda il dottore, “questa generazione inizia ad avere problemi al cuore già sotto i 30 anni con forme di ipertensione e diabete“, dovuti in larga parte “agli errori dei genitori dallo svezzamento in poi che dimenticano la dieta mediterranea”.
Prendendo la parola dopo il collega, Teresa Castiello (Cardiologa direttrice del Mial Healthcare londinese) ribadisce che “la dieta mediterranea è un privilegio perché fa tanto la differenza per il cuore”. La salute, infatti, “dipende dalla genetica e dall’ambiente, oltre che dall’epigenetica, e l’ambiente”, sottolinea, “è lo stile di vita. L’accesso a questi cibi”, spinga indicando la tavola imbastita con gli alimenti della nostra dieta, “ci favorisce un migliore stato di salute“.
Quali alimenti della dieta mediterranea privilegiare per preservare la salute del cuore
Con un rapido focus su quali sono gli alimenti che maggiormente preservano l’attività cardiaca, il dottor Maiani spiega che “basta seguire il principio del semaforo: rosso no, verde si; carne no, verdure si”, sottolineano anche che “di 10 anni in 10 anni va ridotto il consumo di proteine animali, ma soprattutto di carni rosse e bianche: non più di una o due volte a settimane. Va bene mangiarla, ma nella giusta quantità”. Ricordando, poi, i paletti fondamentali della dieta mediterranea, i migliori effetti per la salute del cuore si hanno quando si assume “tanta verdura; frutta lontana dai pasti, poca e spesso; i cibi assolutamente oleosi, non solo l’olio evo ma anche mandorle e pistacchi e poi i legumi”. E mentre il pesce va bene “due o tre volte nella settimana”, sulla carne è meglio limitarsi “all’occorrenza. Ciò che è trasformato”, conclude, “è sempre cibo negativo”.