Il contrattacco di Israele all’Iran sarà imminente. A rivelarlo sono fonti di Tel Aviv citate dalla tv americana Nbc al termine della riunione del gabinetto di guerra. La conferma è arrivata anche da alcune esternazione del capo di stato maggiore dell’esercito, Herzi Halevi, che ha raggiunto la base di Nevatim che era stata attaccata da un lancio di missili iraniani. Halevi però non ha fatto alcun cenno su quali potrebbe essere le tempistiche di un intervento militare. “Il lancio di così tanti droni e missili nel territorio israeliano avrà la sua risposta”, ha affermato come riportato da Ansa. Ciò potrebbe avvenire nel giro di poche ore oppure tra giorni.
L’ipotesi di un attacco in data odierna appare improbabile in virtù del fatto che le norme sul comando del Fronte Interno non hanno subito modifiche. Inoltre, da quello che trapela il gabinetto di guerra dovrebbe essere convocato nuovamente nella giornata di domani. La sensazione insomma è che non si voglia arrivare ad una guerra regionale in tempi brevi. La tensione resta comunque alta.
Israele e il possibile contrattacco all’Iran: il ruolo degli Stati Uniti
Il ruolo degli Stati Uniti è cruciale nel potenziale contrattacco di Israele all’Iran. La Casa Bianca infatti ha smentito un qualsiasi coinvolgimento. “Il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà una risposta e quale sarà la risposta. Non siamo coinvolti in questo”, ha affermato John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano. Nonostante ciò, il sostegno nei confronti di Tel Aviv rimane forte.
E altrettanto forte è anche la condanna nei confronti di Teheran. Lo stesso esponente dello Studio Ovale infatti ha nelle scorse ore definito uno “spettacolare fallimento” l’azione offensiva con droni e missili portata avanti dall’Iran contro Israele. Poi ha descritto come “ridicola” la narrativa del conflitto da parte del Paese, rivelando che non c’era stato alcun avvertimento preventivo in merito a quanto sarebbe accaduto. Joe Biden da parte sua ha pubblicamente sostenuto di volere evitare a tutti i costi una escalation della guerra in Medio Oriente, ma la tensione resta alta.
La posizione dell’Europa sulla guerra in Medio Oriente
Alla richiesta di Joe Biden di evitare di espandere il conflitto in Medio Oriente con le tensioni sempre più alte tra Israele e Iran si sono uniti anche i leader dell’Ue. “Il Consiglio Europeo condanna con forza e senza equivoci l’attacco dell’Iran contro Israele e rinnova la sua piena solidarietà con il popolo israeliano e l’impegno alla sicurezza di Israele”, si legge in una nota. I timori però sono consistenti. “Credo onestamente che l’Iran non voglia un’escalation che conduca a una guerra”: ha affermato l’Alto rappresentante per la politica estera del gruppo Josep Borrell.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani da parte sua si è unito al coro dei pacifisti e ha chiesto a Tel Aviv di non reagire: “Auspichiamo che, forte della vittoria militare, Israele voglia far prevalere il buon senso desistendo da ulteriori reazioni che potrebbero innescare una spirale di violenza dannosa per tutti”, queste le sue dichiarazioni.