A cinque anni dallo scoppio dello scandalo Bibbiano, Claudio Foti viene assolto in via definitiva, mentre il presunto “sistema” è ancora a processo. Va precisato che lo psicoterapeuta, principale imputato, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato, quindi la velocità del suo procedimento è stata differente. Considerato il deus ex machina di questo presunto sistema, Foti fu condannato in primo grado a 4 anni per abuso d’ufficio, in riferimento all’affidamento senza gara del servizio di psicoterapia alla sua onlus “Hansel & Gretel”, e per lesioni psicologiche ai danni di una paziente adolescente. In Appello, però, è stato assolto. Niente lesioni e non c’entrava nulla in quella procedura illegittima. Per i giudici di secondo grado, non erano emerse prove che dimostrassero che Foti avesse compartecipato all’attività amministrativa. Quindi, si era “limitato” a eseguire quelle prestazioni che erano state affidate in maniera illecita.
La conferma è arrivata dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso della procura generale di Bologna. C’è però un nodo in questa vicenda che riguarda gli altri 17 imputati con rito ordinario e con cui si spiega perché anche il legale di Foti presentò ricorso. Lo analizza il Fatto Quotidiano, ricordando che per i giudici d’appello il medico non è colpevole neppure dell’abuso d’ufficio contestato in concorso con altri, come l’ex sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti. Il legale di Foti voleva, quindi, dimostrare che il reato non sussisteva in assoluto. Ma respingendo il ricorso, la Cassazione ha confermato la sentenza d’appello secondo cui il reato era stato commesso. Allora la domanda sorge spontanea: chi ha partecipato a questo reato? Una domanda che resta aperta per ora, visto che è in corso il processo per gli altri 17 imputati.
CASO BIBBIANO, REBUS PRESCRIZIONE E I PROSSIMI “SCOGLI” DA SUPERARE
C’è poi un’altra questione, la prescrizione. Per il reato di abuso d’ufficio il tempo è di 6 anni, al massimo 7 e mezzo, precisa il Fatto Quotidiano. Il problema è individuare il momento in cui far partire il “conteggio”. Al 16 settembre 2016 risale la delibera dell’Unione di comuni per conferire l’affidamento alla onlus di Claudio Foti. In tal caso, i termini sarebbero scaduti. Se però si tiene conto che il rapporto è proseguito fino al 2018, allora c’è tempo. Alla luce di ciò, l’avvocato Giovanni Tarquini, che assiste l’ex sindaco di Bibbiano Carletti, al giornale conferma che questo tema è stato sollevato dalle difese, lui compreso, “non per chiedere una pronuncia ma per invitare il Tribunale a non effettuare attività di udienza in maniera poco utile“.
Non solo per una questione di tempo, “ma anche perché il reato in questione è oggetto di abrogazione, alla Camera è già passato ed è in attesa di essere calendarizzato al Senato“. Intanto, il procedimento ordinario non è ancora arrivato allo scoglio delle perizie e delle consulenze, a cui seguiranno i testi delle difese, prima di arrivare all’esame degli imputati. Quindi, la fine del processo è lontana.
CLAUDIO FOTI “DOPO L’ARRESTO HO PENSATO A ENZO TORTORA”
Nel frattempo, Claudi Foti torna a parlare della sua assoluzione definitiva, ricordando il giorno dell’arresto. “La prima persona a cui ho pensato è stato Enzo Tortora“, ha dichiarato al Corriere della Sera. Anche per questo motivo si è difeso anche dal punto di vista psicologico, prendendo delle preoccupazioni per proteggersi da quello che definisce “stress da ingiustizia giudiziaria” che ritiene “una delle forme più logoranti“. Sebbene fosse convinto che alla fine sarebbe stato assolto, era comunque preoccupato per il suo destino, vista la “persecuzione mediatica e politica“. Foti, però, preferisce non entrare nel merito del procedimento in corso con rito ordinario, pur precisando che “sono state coinvolte persone che hanno dato tutto per il lavoro di prevenzione e contrasto della violenza sui minori“.
Pertanto, il caso Bibbiano per lui è frutto di un errore. “Sono convinto che verrà fuori quanto queste persone abbiano sempre lavorato in buona fede e mi auguro che emerga la qualità personale e professionale di tutte loro“. Di fatto, tutta questa vicenda ha avuto un impatto devastante sulla sua vita. Foti parla di “distruzione” della sua figura professionale, visto che quasi tutto il suo lavoro è venuto meno e la sua onlus è rimasta senza richieste. Ma ci sono state per lui difficoltà anche a livello personale, viste le tante voci che si sono rincorse sul suo conto. Ora non chiede un risarcimento economico, ma “culturale”. Infatti, ha scritto tre libri in cinque anni. Lo scandalo, però, ha avuto ripercussioni anche nel settore dei servizi sociali, infatti parla di “trauma collettivo di Bibbiano“, visto che ora c’è una certa diffidenza nei confronti degli operatori e delle famiglie affidatarie.