PERCHÈ LA SINISTRA SI PRESENTA DIVISA ALLE ELEZIONI REGIONALI IN BASILICATA 2024: TUTTI I MOTIVI
Per gli elettori lucani che non fossero pienamente avvezzi a seguire le trame politiche quotidiane farà un po’ specie leggere sulla scheda elettorale delle Elezioni Regionali Basilicata 2024 la lista di Azione-Calenda tra le file del Centrodestra a sostegno del Governatore uscente Vito Bardi. Non solo, un accordo programmatico è stato chiuso ad inizio campagna elettorale tra il Presidente lucano e il partito di Matteo Renzi, Italia Viva: i motivi sono presto che spiegati, il fallimento del “campo largo” alle elezioni Regionali Basilicata 2024 è forse l’unico elemento chiaro in attesa dei risultati definitivi per la corsa alla guida del prossimo Consiglio Regionale.
Dopo il successo del progetto “progressista” alle Elezioni in Sardegna, il Centrosinistra aveva puntato tutto sulle vittorie in Abruzzo e nelle elezioni in Basilicata per ottenere “bottino pieno” nella corsa alle Elezioni Europee di giugno 2024: il tonfo di Luciano D’Amico contro il Centrodestra a marzo aveva fatto scattare un primo campanello d’allarme, confermato poi con la profonda lite sul candidato unitario in vista delle Regionali lucane. Risultato, Calenda e Renzi vanno col Centrodestra e la campagna elettorale comincia in ritardo attorno al nome di Piero Marrese dopo aver “bruciato” due candidati come Angelo Chiorazzo e Domenico Lacereneza. Lo scontro nel “campo largo” in Basilicata ha poi aperto il “vaso di Pandora” in casa progressista con le vicende anche nazionali giunte fin a ridosso del voto a Potenza: le indagini sui candidati Pd a Bari e Torino, gli arresti nel Comune barese e le indagini sul sistema regionale della Puglia di Emiliano hanno resto i rapporti tra Schlein e Conte sempre più tesi. Fallito il campo largo lucano, in serie si è arrivati alla corsa divisa per le Comunali a Bari e Firenze oltre che nelle elezioni Regionali Piemonte (tutti al voto in election day l’8-9 giugno prossimo).
ELEZIONI REGIONALI 2024, AZIONE E ITALIA VIVA COL CENTRODESTRA, CAOS SUL CANDIDATO PRIMA DI MARRESE: COS’È SUCCESSO AL “CAMPO LARGO” IN BASILICATA
«L’accordo programmatico prevede il rilancio di un nuovo progetto di governo della regione Basilicata, che riconosca ad Italia Viva un ruolo portante per l’attività politico-amministrativa dei prossimi cinque anni»: così lo scorso marzo riportava il comunicato del Governatore Vito Bardi dopo aver sottoscritto l’accordo politico con il partito di Matteo Renzi. A stretto giro era giunto l’accordo con apparentamento in coalizione con Azione di Carlo Calenda: «prendiamo atto della volontà del Pd e del M5s di tenere il partito fuori dalla coalizione», lamentò il segretario lucano del partito, Donato Pessolano, «è evidente che l’obiettivo di questi partiti è anzitutto quello di ridefinire gli assetti dell’opposizione nazionale e lucana, piuttosto che lavorare per il buon governo della regione». Bardi a livello programmatico ha invece convinto Azione e Italia Viva di un sostegno effettivo con l’ingresso nella eventuale maggioranza in caso di vittoria nelle Elezioni Regionali 2024.
Da ultimo, l’accordo sul candidato Governatore in quota Pd, M5s, Lista Chiorazzo, Basilicata Unita e AVS – Piero Marrese – è stato raggiunto in extremis quando ormai mancava solo un mese al voto delle elezioni Regionali Basilicata: il campo largo si era infatti imputato fin lì col nome del medico Domenico Lacerenza, stimato oculista fuori però da ogni dinamica politica e che scoprì della candidatura a sua insaputa dopo le riunioni dei dirigenti Pd-M5s locali. Nome era emerso per il rifiuto alla candidatura personale dell’ex Ministro Roberto Speranza, così come escluso era stato Chiorazzo per riserve manifestate dal Movimento 5Stelle: Lacerenza non trovò però pieno appoggio e decise per la rinuncia, con Calenda e Renzi che decidono dunque di passare col Centrodestra mandando in “frantumi” l’alleanza larga a sinistra. A quel punto Conte e Schlein hanno convenuto sul nome di Piero Marrese, attuale presidente della Provincia di Matera, spostando l’asse più a sinistra nella coalizione all’opposizione del Centrodestra di Vito Bardi. Capire se questa sia stata la scelta giusta lo si saprà solo dai risultati definitivi, ma intanto un tema è certo: l’esperimento del campo largo, dalla Basilicata alle prossime imminenti sfide di giugno, è tutt’altro che riuscito.