“Il nostro, più che un corso, è un percorso di formazione: inizia con gli interventi di alcuni specialisti ma continua con il lavoro in classe che ogni insegnante fa seguendo le sue inclinazioni, i suoi interessi e soprattutto quello che lo ha colpito dei testi su cui si lavora”. Silvia Magherini, condirettrice di LibrAperto con la collega Piera Donna, spiega così il progetto sulla lettura per scuola dell’infanzia e primaria che si conclude domani, 20 aprile, a Firenze con un seminario. L’atto finale, all’Istituto Padri Scolopi, metterà a confronto i percorsi didattici sperimentati durante l’anno in classe sulle opere di Luigi Ballerini. Un momento di discussione sui lavori nei quali un ruolo fondamentale lo giocano gli alunni, chiamati a rispondere alle sollecitazioni della lettura e a collegarle al loro vissuto.
“In questi anni — continua Magherini — abbiamo lavorato anche su libri singoli, a partire, per esempio, dalle Cronache di Narnia, Il leone, la strega e l’armadio, ma anche sulla poesia”. Un percorso che coinvolge docenti, alunni e scuole di tutta Italia, che partendo dal testo letterario diventa un momento di incontro con l’autore, ma anche tra i docenti e con i bambini. Nel seminario conclusivo verranno presentati testi, disegni, plastici, materiali multimediali, insomma tutti gli elaborati realizzati nelle sezioni e nelle classi che hanno aderito al progetto.
Il punto di partenza del progetto sono sempre libri o autori per ragazzi?
Scegliamo libri e autori che sono piaciuti anche a noi, che possano suscitare delle domande leggendoli. Ma abbiamo lavorato anche sulle fiabe, che tecnicamente vengono considerate per bambini. In realtà, come ha detto anche un nostro relatore, ai bambini bisogna dare cose grandi, non da grandi. Per questo teniamo presente anche Le cronache di Narnia. Tocca agli insegnanti svolgere un tipo di lavoro diverso secondo il livello dei bambini. In quinta si può leggere integralmente un testo, nella scuola dell’infanzia lo si può anche raccontare o leggere in parte.
Come LibrAperto organizza questi percorsi?
All’inizio si tengono incontri con relatori perché ci diano delle piste di lettura: chiediamo che ci spieghino cosa il testo ha significato per loro. Partendo da questi punti di vista approfondiamo o mettiamo in discussione quello che ci viene detto. Gran parte del lavoro è la lettura con i bambini, con i quali c’è sempre qualcosa di imprevedibile che accade: per questo nascono percorsi che possono essere di vario tipo. La lettura è qualcosa di trasversale, può dare spunti per tutte le discipline. Ci fu un lavoro bellissimo su Il principe e il povero di Oscar Wilde: una docente di matematica fece costruire un plastico della visione della città ricavata dal volo della rondine che viene raccontato nel romanzo. Sono stati fatti anche dei lavori di educazione motoria. Un percorso interdisciplinare.
Ma ogni classe procede a modo suo?
In realtà durante questo periodo le maestre si tengono in contatto online: ci si racconta il lavoro che si sta sviluppando, quello che sta succedendo, le difficoltà che a volte si incontrano e naturalmente anche le cose interessanti. Il seminario conclusivo, invece, quello del 20 aprile, è il momento in cui ognuno racconta il percorso completo. Ogni maestra è tenuta a fare un progetto didattico in cui spiega criteri e obiettivi del suo percorso.
I bambini come vengono sollecitati?
Inizialmente proponiamo la lettura integrale dei testi. Abbiamo fatto anche l’Odissea: in quel caso con il comitato didattico che ogni anno individua il tema, abbiamo cercato delle riduzioni adatte ai vari livelli scolastici, inserendo comunque la lettura di qualche brano. Per Ballerini, quest’anno, è stata proposta la lettura integrale dei testi.
È difficile proporre ai bambini la lettura integrale del testo?
Cerchiamo di leggere testi come Pinocchio, le fiabe italiane, Oscar Wilde che possono essere letti integralmente e che sono testi importanti della nostra tradizione. In generale privilegiamo la lettura ad alta voce perché crea un rapporto, è come un dono che la maestra fa al bambino, come se dicesse: “Ti voglio leggere una cosa che per me è importante”. Di solito tra i più piccoli nasce il paragone tra quello che sentono e quello che è capitato loro. Il metodo è di fare il nesso tra la lettura e l’esperienza. Siamo nell’ordine di 60-70 partecipanti, insegnanti di tutta Italia dalla Lombardia alla Basilicata, alcuni vengono dalla stessa scuola e si crea un’amicizia, un rapporto, una compagnia anche dentro le singole scuole.
(Marco Tedesco)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.