Come le porte girevoli di un qualsiasi hotel anni Settanta, la candidata Ilaria Salis esce dalla porta del Pd per approdare da Fratoianni e Bonelli (Alleanza Verdi Sinistra). Così pare. E la cosa si presta ad una evidente riflessione. Cosa passa nella testa di Elly Schlein? Dopo aver incontrato il padre ed alimentato diverse ipotesi di vederla capolista in Sardegna (circoscrizione Isole) ora pare che che la Sinistra di Soumahoro la voglia candidare nel Nord Ovest, dove vive. Quasi come un santino da mettere sul parabrezza per dire agli elettori più “radicali” che la loro eroina certifica chi è più antifascista.
Se la cosa la si mette assieme agli occhi di Enrico Berlinguer sulla tessera del Pd, si vede che proprio non si riesce a guardare avanti in tempi così complessi. Riprendono quota le candidature di “simboli” e “personaggi” che dovrebbero dire qualcosa a chi si presenta al voto. Sì, ma cosa? Nel mezzo di due guerre, di una crisi morale della politica, con un governo fatto di allertati che si spaccano ad ogni pie’ sospinto, davvero la sinistra si può ritrovare nel nome dell’antifascismo militante e basta?
No. Non basta e non serve partecipare a questa fiera di marketing di figurine e tessere stampate senza che i contenuti siano netti. Ancora un volta la sinistra è smarrita, priva di una vera tensione sociale, annaspa dietro al passato e non sa che dire al futuro. E prova a darsi un tono utilizzando la storia radicale di una militante incarcerata o il viso tagliato di un uomo di un secolo fa. Il tutto si gioca sullo sfondo di una drammatica incarcerazione della Salis che ancora oggi è in una sorta di custodia cautelare in condizioni indegne. Che scelga lei di candidarsi è legittimo, meno chiaro a cosa serva la sua presenza se non a dare una patente posticcia e postuma alla lista che la ospiterà. Vedremo se lei e Fratoainni prenderanno voti; per ora hanno solo dimostrato che c’è tanta confusione sotto il cielo. Fossero communisti rivoluzionari veri saprebbero che “la situazione è ottima”. Ma sono solo politici nostalgici, sono solo tanto confusi e rischiano di non farsi capire neppure da chi vorrebbe votarli.
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