Il termine legalità è fin troppo inflazionato fino quasi a scolorire. Troppo spesso evocato, troppo poco praticato, come le vicende giudiziarie di questi giorni ci stanno purtroppo ulteriormente confermando. Nel mondo delle imprese la legalità è percepita prevalentemente come un costo ed è altrettanto spesso declinata come un mero esercizio di retorica che si estrinseca in una poderosa produzione documentale che viene poi prontamente riposta nell’armadio più remoto dell’azienda.
Il gruppo giovani imprenditori di Caserta, in sinergia con lo spin off universitario G.R.A.L.E. del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania ha meritoriamente provato a lanciare un segnale per il perseguimento concreto della legalità nell’agire aziendale, promuovendo, per il secondo anno consecutivo, il Premio per l’etica e la legalità. Si tratta di una competizione virtuosa che, mediante un meccanismo incentivante, promuove lo sviluppo di una rinnovata cultura della Legalità, cercando di declinarla con la elle maiuscola. Undici i premi, otto ordinari e tre speciali, conferiti alle aziende aderenti al sistema confindustriale campano sono pertanto stati assegnati nel corso di un appassionato evento. Tra i premi speciali merita di essere menzionato anche quello dedicato ai Progetti di ricerca, destinato sia alle migliori tesi di laurea su tali tematiche, sia ai progetti in itinere elaborati nell’ambito del corso di Diritto penale dell’impresa tenuto dalla professoressa Esposito, all’interno del corso di laurea triennale in Scienze delle investigazioni e della sicurezza.
Particolarmente meritorio da parte dei promotori è l’essere riusciti a coinvolgere, oltre ad un numero significativo di imprese, più di una trentina, diverse autorità istituzionali, che non si sono sottratte dalla consegna dei premi alle imprese, testimoniando così una volontà di collaborazione fattiva francamente non comune, soprattutto in un territorio complesso come quello casertano. La presenza del Prefetto di Caserta, del Questore, della Presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dell’Assessore regionale alla Sicurezza e alla Legalità, oltre che dei Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza, hanno infatti sancito come sia possibile disegnare un modello Caserta che, a differenza di quello che nei primi anni duemila consentì di smantellare l’ala militare del clan dei casalesi, possa ora puntare alla prevenzione e valorizzazione delle energie imprenditoriali sane di un territorio presso cui incide, fra l’altro, la più grande area industriale del Mezzogiorno.
Particolarmente apprezzata è stata inoltre la presenza in sala di una delegazione di studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Aversa, autori un cortometraggio sul tema della lotta all’usura. Il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi della Campania, nell’esprimere nel suo intervenuto il grande apprezzamento per gli esiti della competizione e la sentita partecipazione registrata, ha potuto manifestare grande orgoglio nel costatare la piena sinergia instaurata con il tessuto imprenditoriale del territorio, anche per il tramite del G.R.A.L.E., primo spin off universitario in materie giuridiche attivato a seguito della riforma Gelmini.
Il Premio, volte a incentivare buone pratiche consistenti nell’adozione e attuazione di programmi e modelli d’azione rispettosi degli equilibri sociali, generazionali e ambientali, oltre che attenti alla tutela dei cittadini e dei lavoratori, ha così raccolto l’apprezzamento di tutti i convenuti, che a loro volto hanno tratto ispirazione per la proposizione di attivazione di nuovi protocolli di collaborazione fra le istituzioni del territorio e il mondo delle imprese. L’atmosfera, insomma, sembrava dimostrare come il messaggio volto alla valorizzazione degli sforzi compiuti dall’imprenditoria sana avesse raggiunto le coscienze dei più. Da parte sua, il presidente di Confindustria Caserta ha potuto ribadire come attraverso questa iniziativa, giunta alla seconda edizione, il sistema confindustriale intenda riconoscere il lavoro svolto da tante aziende nell’adozione e implementazione di strumenti di etica e legalità, che rappresentano un valore imprescindibile per la crescita sana del tessuto produttivo e del nostro territorio. Al tempo stesso, ha ricordato come il premio rappresenti un’opportunità per portare avanti in maniera sistematica la promozione di principi che sono valore aggiunto non solo per le aziende che li adottano, ma anche per una tutela dei mercati in cui operano e un ulteriore contributo per l’attrattività della nostra area industriale.
In questo contesto, inoltre, deve essere massimo l’impegno nella direzione dello sviluppo sostenibile in grado di favorire la salvaguardia ambientale e la sicurezza nei luoghi di lavoro, elementi fondamentali per il futuro delle aziende. Insomma, va riconosciuto e dato merito di come questa iniziativa, giunta alla seconda edizione, sia riuscita a dare corpo a un virtuoso percorso iniziato ormai tre anni fa per sensibilizzare le aziende sull’importanza di fare impresa in modo etico e virtuoso, dando prova concreta di come quel tessuto produttivo sia ricco di aziende che operano in maniera esemplare, rappresentando un modello di imprenditoria sana. Il Comitato scientifico che ha valutato l’adozione degli assetti di compliance delle aziende che hanno partecipato a questo contest, ha, fra le altre, conferito il riconoscimento a realtà di rilievo internazionale come Prysmian e Titaghard-Firema, distintesi per i requisiti quali rating di legalità, codice etico aziendale, microsistemi di compliance e/o certificazioni di qualità costantemente aggiornate e altre best practices aziendali attestanti buone prassi del fare impresa secondo etica e legalità o sostenibilità.
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