“Un figlio non si archivia”: è questo il grido di Roberta, mamma di Alessandro Venturelli, scomparso il 5 dicembre 2020. La mamma ne è convinta: “Ale è vivo” e va cercato. “Noi abbiamo fornito tutte le informazioni per capire che non era un allontanamento volontario” dice ancora la mamma. Per i genitori, Alessandro non si è allontanato volontariamente e per questo vanno proseguite le indagini: la famiglia, dunque, prosegue la battaglia contro l’archiviazione del caso. In studio a Storie Italiane, mamma Roberta dice: “Per quattro mesi hanno indagato con un fascicolo per allontanamento volontario. Questo è l’errore che ci ha portato dove siamo adesso”.
La mamma, ancora, spiega: “Io da quaranta mesi analizzo tutto. Ho avuto l’appoggio di tutte le trasmissioni ma non ho visto che i tg parlassero della mia battaglia”. Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane, ricorda che Alessandro, nei giorni prima della scomparsa, diceva alla mamma di stare attenta e annotava le targhe delle auto che passavano davanti casa. C’era qualcuno che lo spaventava, qualcuno che lo minacciava? Secondo la famiglia, sì.
Alessandro Venturelli, l’avvocato della famiglia: “Alessandro non è morto”
L’avvocato della famiglia di Alessandro Venturelli, Claudio Falletti, ospite di Storie Italiane spiega: “Il ragazzo è scomparso in dieci secondi, sono questi quelli che passano tra quando il papà entra nel cancello e poi riesce. Come è possibile? C’era qualcuno che lo ha aspettato? Non si può chiudere l’indagine così, lasciare una famiglia abbandonata a sé stessa senza gli strumenti. Abbiamo bisogno della vicinanza delle istituzioni. Ale non è morto e gli scomparsi non si archiviano. Se non li cerca lo Stato, chi li cerca?”. L’avvocato, poi, prosegue: “I genitori hanno fatto denuncia immediatamente ma non sono state acquisite le immagini delle telecamere. Ci chiediamo perché”. Secondo la famiglia, ci sarebbero stati errori nelle indagini nei primi mesi e per questo si spingerebbe sull’archiviazione, per infangare quanto fatto.