La Consulta ha bocciato la legge della Regione Veneto che nega l’accesso alle case pubbliche a chi non vi risiede da almeno 5 anni, giudicandola incostituzionale e illegittima, perché tale requisito non consente di soddisfare il diritto inviolabile all’abitazione. La Corte costituzionale, con la sentenza numero 67, ha giudicato contrastante un articolo della legge regionale veneta del 2017 con i principi di eguaglianza e ragionevolezza stabiliti dall’articolo 3 della Costituzione. Ad esempio, il requisito della residenza superiore ai 5 anni è irragionevole perché non vi è alcun nesso col soddisfacimento dell’esigenza abitativa di chi versa in una condizione di necessità.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha preso atto della sentenza della Consulta, precisando però di non condividerla, in quanto la scelta politica che è stata fatta è quella di premiare chi ha “un progetto di vita” nella loro regione, a prescindere dalla cittadinanza. Pertanto, la legge regionale non esclude, anzi la definisce inclusiva e ribadisce che è stata pensata proprio per coloro che vogliono costruirsi una vita in Veneto, di sicuro non per chi, appena arrivato, si aspetta gli stessi diritti di chi risiede lì da tempo.
LA REAZIONE DI ZAIA ALLA SENTENZA DELLA CONSULTA
Invece, questo requisito per la Corte costituzionale, è in contrasto proprio con la condizione di tali soggetti, che in virtù della loro situazione sono costretti più frequentemente a spostarsi da un posto all’altro ad esempio per la ricerca di un lavoro. Per la Consulta, la permanenza di almeno 5 anni non può bastare per asserire che possa esservi un’integrazione nella stessa, né valorizza l’attesa nell’accesso alle case pubbliche. Di conseguenza, questo requisito è giudicato irragionevole dalla Consulta, che ravvisa una violazione del principio di eguaglianza formale e sostanziale.
Ma per Zaia chi risiede da più anni ha più diritti di chi è arrivato da poco: la convinzione del governatore è che non possa prevalere il principio di “presunta universalità del diritto alla casa“. Il timore del governatore del Veneto è che questa sentenza possa mettere sullo stesso piano cittadini che risiedono da almeno cinque anni con chi non ha un progetto di vita o è alla ricerca di una sistemazione temporanea. Ma proprio in merito agli effetti dell’applicazione di tale sentenza, Zaia conclude che attende di poter fare le sue valutazioni.