Si infiamma (ed è sempre più vicino ad esplodere) lo scontro che in Australia sta coinvolgendo diversi esponenti del governo contro il miliardario Elon Musk e la sua piattaforma social X (un tempo nota come ‘Twitter’), accusati a vario titolo di non aver rispettato gli obblighi legali sui materiali classificati dal governo. L’origine dello scontro, infatti, è stata la pubblicazione sul social di un video inerente all’accoltellamento del vescovo Mar Mari Emmanuel, per il quale la commissione eSafety (che in Australia assolve un po’ la funzione della nostra Agcom) ha chiesto l’immediata rimozione, scatenando l’ira di Elon Musk.
L’ultimo capitolo dello scontro riguarda una recente intervista della senatrice Jacqui Lambie, che parlando con SkyNews si è riferita al miliardario come di un “maniaco dei social media senza coscienza sociale, assolutamente privo di qualsiasi coscienza”, sottolineando che “qualcuno del genere dovrebbe essere incarcerato, e la chiave dovrebbe essere buttata”. Secondo la senatrice dell’Australia, infatti, Elon Musk “con la sua piattaforma ideologica” contribuisce a “creare odio” tutelando dei contenuti dannosi per difendere una falsa libertà di parola. La senatrice, spiegando poi che “oggi spegnerò X”, ha lanciato anche un invito a tutti i suoi colleghi parlamentari affinché “facciano lo stesso”.
Lo scontro tra Australia ed Elon Musk: cosa sta succedendo
Oltre alla posizione di Lambie (che ha ricevuto come unica risposta da parte del miliardario l’eliminazione del suo account sul social X), facendo un passo indietro all’inizio dello scontro scopriremmo che tutto va avanti da più di una settimana: tanto è passato, infatti, da quando la commissione ha chiesto ad Elon Musk di eliminare in Australia ogni traccia del video dell’aggressione al vescovo, considerato come materiale altamente classificato, ricevendo un rifiuto. Lo stesso Musk si è detto un “assolutista della libertà di parola“, ribadendo che non avrebbe mai permesso ad un governo di censurare un contenuto in tutto il mondo.
L’Australia sullo scontro tra il governo ed Elon Musk si è divisa tra chi crede che sia corretto far valere la sicurezza interna e chi, invece, sostiene la linea intransigente contro la censura, più volte nominata dal miliardario. Nel frattempo, il video in questione è stato bloccato per sul territorio australiano, mentre il governo ha aperto un dibattito per scrivere leggi più severe sui contenuti che circolano sui social network.