Maurizio Vandelli, ospite a La volta buona di Caterina Balivo, ha parlato della sua infanzia a cuore aperto: “Quando era bambino c’era la guerra. Come ho vissuto la mia infanzia? Come uno sfollato in campagna perchè mio padre era un partigiano, io e mia mamma eravamo nascosti in un casolare da qualche parte perchè sai non erano periodi molto carini“.
Il fondatore della band l’Equipe 84 ha poi raccontato della forte amicizia con Battisti, rivelando quanto il cantante fosse tirchio: “Non riuscivamo a far pagare un caffè a Lucio Battisti, né io né altri musicisti. Lui era divertentissimo, positivissimo, nonostante quello che dissero poi dopo. Io con Lucio ci ho perso tra ristoranti e caffè una cifra ma ho perso ancora di più scommettendo che prima o poi sarei riuscito a fargli pagare un caffè e non ci sono riuscito. Non mi piace la parola tirchio, era diventato un gioco anche per lui ci guadagnava lui in questo gioco“.
Maurizio Vandelli e la storia del nome Equipe 84: “Ecco com’è nata l’idea”
L’artista Maurizio Vandelli, ospite de La volta buona di Caterina Balivo, ha parlato a lungo di com’è nata l’idea del nome Equipe 84 alla quale si devono successi musicali quali Notte senza fine: “Nasce perchè in quel periodo dove noi siamo nati, in una cantina di Modena, stavamo pensando al nome e abbiamo pensato di distinguerci sin dall’inizio e troviamo dei nomi femminili” ha svelato Vandelli.
L’idea del nome è nata grazie a una band folkloristica di nome l’Equipe di Tahiti: “Abbiamo pensato di metterci 84 così qualcuno poteva farci fare un carosello“. Vandelli si è poi lasciato andare raccontando un aneddoto molto divertente di un locale che ha sbagliato il nome della sua band con Chiappe 84: “Come Chiappe 84 abbiamo avuto successo” ha commentato ironicamente l’artista che ha compiuto 80 anni da poco.