I ricercatori dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill hanno realizzato delle cellule sintetiche, artificiali, che si comportano a tutti gli effetti come se fossero delle cellule vive. Si tratta di un risultato sensazionale che di fatto elimina quel confine fra artificiale e naturale, una nuova svolta nella biologia sintetica come scrive futuroprossimo.it. Le cellule sintetiche possono essere riprogrammate per eseguire diverse funzioni, ed inoltre possono operare in condizioni proibitive, di conseguenza sono migliori rispetto alla loro controparte naturale. Il segreto di questi materiali artificiali sono i citoscheleletri sintetici auto-assemblanti, costruiti con DNA e proteine.
I ricercatori hanno dovuto riprogrammare delle sequenze di Dna di modo da fare agire le cellule come se fossero un materiale architettonico, legando insieme fra loro i peptidi. “Abbiamo riprogrammato sequenze di DNA in modo che agissero come materiale architettonico, legando insieme i peptidi”, le parole di Ronit Freeman, autrice principale dello studio “Una volta posizionato questo materiale programmato in una goccia d’acqua, le strutture hanno preso forma”, ha aggiunto. La particolarità di queste cellule sintetiche è che cambiando la temperatura della soluzione si possono creare diverse configurazioni, ottenendo dei tessuti programmabili su scala ampia, così come fa sapere il team di ricerca.
CELLULE SINTETICHE IDENTICHE A QUELLE NATURALI: MIGLIORI DI QUELLE “NORMALI”
“Le cellule sintetiche erano stabili anche a 50 °C, aprendo la possibilità di produrre cellule con capacità straordinarie in ambienti normalmente inadatti alla vita umana”, ha precisato ancora Ronit Freeman della University of North Carolina. “Questa ricerca ci aiuta a capire cosa rende la vita – ha continuato ancora il ricercatore – questa tecnologia cellulare sintetica non solo ci consentirà di riprodurre ciò che fa la natura, ma anche di produrre materiali che superano la biologia”.
Le cellule artificiali sono più facili da manipolare rispetto a quelle vive e naturali, e inoltre possono funzionare in delle condizioni che le cellule normali non sopporterebbero. “Il DNA normalmente non appare nel citoscheletro”, ha continuato Freeman. “Abbiamo riprogrammato sequenze di DNA in modo che agiscano come materiale architettonico, legando insieme i peptidi. Una volta che questo materiale programmato è stato posto in una goccia d’acqua, le strutture hanno preso forma”.
CELLULE SINTETICHE IDENTICHE A QUELLE NATURALI: IN QUALI CAMPI POSSONO ESSERE USATE?
Queste cellule potrebbero essere applicate in variati campi, come ad esempio la medicina rigenerativa, ma anche i farmaci e gli strumenti diagnostici. Si potrebbero utilizzare anche per riparare tessuti danneggiati, ma anche per bloccare una infiammazione in corso, o favorire la crescita cellulare.
Un’altra applicazione potrebbe essere la combinazione di queste cellule artificiali con dei farmaci per raggiungere delle specifiche zone dell’organismo, e rilasciare il loro “contenuto” in modo mirato e controllato. Si tratta di uno studio quindi molto importante per quanto riguarda la biologia sintetica, e anche se siamo ancora lontani da scenari “da film”, con tale lavoro si possono gettare le basi per un futuro in cui il confine fra biologico e artificiale appare sempre più sfumato.