LA CASSAZIONE ANNULLA 9 CONDANNE SULL’ASSALTO ALLA CGIL NEL 2021: “CARENZA DI MOTIVAZIONI”, ECCO COSA HANNO DECISO
Si dovrà svolgere un appello bis per 9 imputati del processo sull’assalto alla Cgil durante la manifestazione no vax del 9 ottobre 2021: lo ha deciso la Cassazione annullando ben 9 condanne – di altrettanti imputati che avevano chiesto rito abbreviato – per una sostanziale «carenza di motivazioni». Si tratta, tra gli altri, delle condanne di Fabio Corradetti (figlio della compagna di Giuliano Castellino), Mirko Passerini, Claudio Troia (ultras Juventus vicino all’estrema destra) e Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova: per loro la Cassazione ha ordinato l’annullamento delle condanne, determinato da «carenze di motivazione di entrambe le sentenze in ordine alla ricostruzione dei fatti sotto il profilo del turbamento dell’ordine pubblico, oggetto giuridico della fattispecie», si legge nella nota diffusa quattro giorni fa da Piazza Cavour.
Nel silenzio quasi totale dei media (ne hanno dato notizia oltre all’ANSA e Adnkronos, solo L’Unità e Rai News), la decisione della Prima Sezione della Corte di Cassazione rischia di avere effetti anche sul filone principale del processo sull’assalto di Forza Nuova alla Cgil, per cui il leader Roberto Fiore è stato condannato lo scorso dicembre a 8 anni e 2 mesi in primo grado. Il reato contestato al leader di Fn è “devastazione e saccheggio”, lo stesso per cui la Cassazione ha deciso di annullare le sentenze d’Appello nel rito abbreviato.
“NON CI FU DEVASTAZIONE”: IL PARADOSSO SULL’ASSALTO ALLA CGIL E GLI ARRESTI PREVENTIVI
Nella manifestazione contro il Green Pass del Governo Draghi nell’ottobre 2021 non vi fu né «devastazione» né tantomeno «saccheggio» secondo i giudici in merito alla posizione dei 9 imputati nel processo “minore” sul caso Cgil. Addirittura, come rileva L’Unità, l’errore risiederebbe nell’aver imputato per un reato dalle pene molto alte come quello di “devastazione e saccheggio” per il solo fatto che consente gli arresti preventivi (tra l’altro quello di Corradetti è scattato lo scorso 20 aprile, ndr).
Resta il tema tutto da capire ora se vi saranno effetti anche sui prossimi gradi di giudizio del processo “centrale” sull’assalto Cgil e se inoltre vi saranno conseguenze sulle prove emerse di infiltrazione nelle forze dell’ordine di elementi – per ora anonimi – che avrebbero favorito l’ingresso nella sede romana del sindacato “rosso”: «Dai video, realizzati con le immagini delle telecamere interne alla sede del sindacato, era emerso in maniera quanto mai nitida il comportamento di questo soggetto rimasto ignoto che si muoveva con sicurezza, dopo essersi introdotto nei locali da una finestra. Lo stesso aveva quindi aperto dall’interno il portone della sede della Cgil, non prima di aver spostato le transenne poste dietro di esso», denuncia l’articolo de L’Unità. Già durante il processo Fiore con i suoi avvocati aveva posto l’attenzione sul tema sottolineando come la sentenza di primo grado è stata di fatto un atto «politico per bloccare Forza Nuova», ma che invece non vi fu nessuna forzatura della sede Cgil dato che venne aperta dal di dentro con «infiltrazione da parte forze dell’ordine» e con la Digos «dichiarato il falso a proposito dell’autorizzazione della manifestazione verso la sede della Cgil nonostante sia evidente dai filmati l’innocenza di tutti gli imputati del 9 ottobre», lamentava il leader di Forza Nuova.