La raccolta del plasma ha registrato una crescita record nell’ultimo periodo ma l’autosufficienza è ancora lontana. Questo, come si legge su Quotidianosanità, quanto emerge dal convegno internazionale del settore, “The Supply of Plasma-derived Medicinal Products in the Future of Europe”, patrocinato dal Ministero della Salute e organizzato dal Centro Nazionale Sangue. Stando ai dati preliminari che sono stati condivisi proprio durante il convegno da parte degli esperti del CNS, in merito alle immunoglobuline, considerato un prodotto “driver” nel mercato dei medicinali plasmoderivati, l’Italia ha raggiunto nel 2023 solo il 62 per cento di autosufficienza, due punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente.
Eppure nel 2023 sono stati donati 880mila chili di plasma da parte di 1,5 milioni di donatori, i livelli più alti di sempre nel nostro Paese. Il problema è l’aumento della domanda di immunoglobuline che è passato da 104 grammi ogni mille abitanti nel 2022 ai 108 dell’anno scorso. Nel contempo si è verificato un aumento della albumina, un altro driver del mercato, passato dal 72 al 78 per cento su base annua, grazie anche ad un calo della domanda.
RACCOLTA PLASMA, ITALIA NON AUTOSUFFICIENTE: BENE I GLOBULI ROSSI MA…
Raggiunta l’autosufficienza per quanto riguarda invece i globuli rossi, mentre si deve ricorrere al mercato internazionale per sopperire alla domanda di plasmaderivati ed integrare i medicinali grazie al plasma raccolto da parte di donazioni volontarie. Vincenzo de Angelis, direttore del CNS, ha commentato tale situazione dicendo: “La mancata autosufficienza di medicinali plasmaderivati resta un problema strategico per il sistema sanitario nazionale”.
E ancora: “I dati, per quanto ancora preliminari confermano la necessità di aumentare la raccolta attraverso azioni di sensibilizzazione rivolte ai possibili nuovi donatori, ma questo non basta. Bisognerà anche razionalizzare la domanda, specie di un prodotto come le immunoglobuline che sta trovando sempre più applicazioni a livello terapeutico. È un obiettivo su cui stiamo già lavorando con tanti partner italiani ed europei, perché il COVID ha dimostrato che, in situazioni particolari e spesso imprevedibili, non sempre il mercato internazionale può rispondere alla domanda dei nostri pazienti”.
RACCOLTA PLASMA, ITALIA NON AUTOSUFFICIENTE: COME FUNZIONA LA DONAZIONE
QuotidianoSanità ricorda come la donazione di plasma sia un semplice prelievo che viene effettuato sull’uomo tramite una particolare apparecchiatura, il cosiddetto separatore cellulare. Come funziona questo macchinario? In maniera immediata prende il sangue e separa la parte corpuscolata, leggasi quella formata da globuli rossi, bianchi e piastrine, da quella più liquida, che viene poi raccolta in una sacca di circa 600 o 700 millimetri.
Una volta raccolta la parte corpuscolata viene quindi reinfusa nel donatore, mentre il volume di liquido che si sottrae con la donazione viene ricostruito nel donatore attraverso dei meccanismi di recupero che sono naturali, ma anche l’infusione di soluzione fisiologica e infine tramite l’assunzione di liquidi. Nel corso della pandemia covid abbiamo visto spesso e volentieri in tv numerosi donatori di plasma ipermimmune in quanto venne utilizzato come una della terapie per sconfiggere il virus.