Salito agli albori della cronaca durante la difficile pandemia da Covid, esperto in sanità e medico fin dal 1981, il dottor Francesco Vaia dallo scorso luglio è stato scelto come nuovo direttore generale del dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute, e proprio attorno all’argomento del suo sotto-dicastero si è concentrato in una recente intervista rilasciata al Sole 24 Ore. Una serie di botte e risposte che assume i tratti di una sorta di manifesto per la sanità italiana che Francesco Vaia consegna come la ricetta per ‘salvare’ il nostro Sistema sanitario, in crisi ormai da diversi anni, ben prima che la pandemia riportasse il tema sulla bocca dei politici e dei cittadini.
Il problema, secondo il direttore Prevenzione, non è “solo quello di aggiungere più fondi”, che pur sempre rimangono fondamentali, ma riguarda la resilienza di un sistema che si trova a fare i conti con delle “transizioni importanti: quella demografica, con sempre più anziani, quella epidemiologica con l’aumento delle malattie croniche e poi quella digitale con l’arrivo delle nuove tecnologie“. Tutte questioni importanti per la sanità, ma che richiedono di adeguare “l’offerta alla domanda di salute” per evitare, spiega Francesco Vaia, “di soddisfare quella che non è appropriata”.
Francesco Vaia: “Alla sanità servono prevenzione, stili di vita sani e più screening”
“Per rendere davvero sostenibile la sanità oggi”, semplifica al massimo il dottore, servono almeno tre cose: potenziare quella territoriale; “far crescere l’appropriatezza delle prescrizioni” e, soprattutto, secondo il parere di Francesco Vaia, puntando sulla “prevenzione, che oggi e in futuro è lo strumento principe”. L’investimento in tal senso dovrebbe aumentare del “5% della spesa sanitaria totale oggi invertita ad almeno il 7%”, perché studi e ricerche dimostrano chiaramente che “il 60% del carico di malattia è limitabile e prevenibile con l’adozione di stili di vita sani”, con un risparmio importante per tutto il sistema della sanità.
Per farlo, però, non basta allocare risorse economiche da un punto all’altro del bilancio, ma serve soprattutto “un’azione di sistema [che] deve partire dalle scuole e dalle famiglie, ma anche dal welfare aziendale. All’interno delle aziende”, spiega Vaia, “va data la possibilità alle persone di avere spazi e tempi per il proprio benessere”: un obiettivo “sul quale stiamo lavorando con l’Inail insieme ad alcune grandi aziende”. Dunque, conclude il medico, alla sanità servono fondi, prevenzione, un nuovo patto sociale per gli stili di vita sani e, infine, “il potenziamento degli screening e di tutte le pratiche di immunizzazione”.