Amin Nasser, l’amministratore delegato di Saudi Aramco, compagnia petrolifera dell’Arabia Saudita tra le più importanti al mondo, ha lanciato l’allarme sulle difficoltà dell’attuare la transizione green nel mondo. Il problema, in particolare, è rappresentato dai Paesi del Sud del mondo. “Quelli del Nord stanno investendo una marea di fondi, ma è un progetto che non funziona nelle zone in cui c’è domanda oggi”, ha affermato come riportato da SP Global nel corso di una riunione speciale del World Economic Forum nella capitale Riyadh.
“Dal 50 al 60% della domanda si trova nel Sud del mondo. Entro il 2050, l’80% della domanda di idrocarburi sarà nel Sud del mondo. Quindi, dobbiamo tenerne conto se siamo preoccupati per le emissioni. Dobbiamo concentrarci su una missione piuttosto che scegliere vincitori o vinti”, ha spiegato. L’esperto del settore petrolifero è dunque dell’idea che la strategia in questione non porterà ai risultati sperati, ovvero le zero emissioni in pochi decenni. “È necessario un approccio a più velocità, che tenga conto della maturità economica di ciascun Paese”.
La transizione energetica dalle diverse aree del mondo: gli avvertimenti di Amin Nasser di Saudi Aramco
Il motivo è da ricondurre al fatto che, se da un lato i Paesi del Nord del Mondo hanno trovato già da tempo un certo equilibrio nell’economia e nell’industria attraverso fonti di energia diversificate, non si può dire lo stesso per quelli del Sud, dove invece la popolazione sta ancora lottando per ottenere standard di vita soddisfacenti sotto ogni punto di vista.
“Il 4% dell’energia mondiale totale proviene dal solare e dall’eolico se si guarda tra il 2000 e il 2023. Tuttavia, tra il 2002 e il 2023, i combustibili fossili sono cresciuti di 100 milioni di barili di petrolio equivalente. Quindi, ciò non significa che investendo nel solare, nell’eolico o nelle rinnovabili, l’altro mix non aumenterà. Abbiamo bisogno di tutte le fonti di energia”, ha avvertito Amin Nasser, l’amministratore delegato di Saudi Aramco. Al contempo, è indispensabile ragionare sui costi che la transizione green comporta nei diversi Paesi del mondo. “Il carbone costa in media 50 dollari al barile, il GNL (gas naturale liquefatto, ndr) 70 dollari al barile e il petrolio oscilla tra gli 80 e i 90 dollari al barile. I paesi hanno priorità diverse e sceglieranno il più conveniente”, ha concluso.