C’è anche una serie inedita sulle Torri gemelle, con la gente che stava in fila davanti all’ascensore per salire, e una vista di Manhattan da quel famoso “Observation deck” al 110° piano, che da più di vent’anni non esiste più: Carlo Dignola fotografo. Riprese: 1982-2024 è la mostra che ha voluto l’Asav di Seriate, aperta nella sala espositiva del Palazzo Comunale fino a sabato 4 maggio (ingresso libero). Il catalogo, disponibile gratuitamente in mostra, contiene una presentazione firmata dall’artista e fotografo Mario Cresci (orario di visita 16-18,30).
Dignola, per tre decenni giornalista a L’Eco di Bergamo, a Milano a metà degli anni Ottanta iniziò a lavorare come fotografo: con Gianni Berengo Gardin e Giovanni Chiaramonte ha fatto parte della cooperativa “Esposizione”.
Fotografie di Dignola sono state pubblicate sui maggiori quotidiani nazionali, dal Corriere della Sera a Repubblica, dal Giorno all’Eco di Bergamo, ed esposte in gallerie private e sedi pubbliche italiane e anche estere.
Le immagini più antiche, realizzate allora su pellicola, sono in bianco e nero; quindi è esposta la serie originale (subito notata da riviste come Progresso fotografico e Modo) nata dalla collaborazione con l’artista Giovanni Caviezel, che a più riprese ha “ridipinto” con tinte accese le foto di Dignola. Quelle più recenti invece sono naturalmente digitali e a colori: una serie sulle Isole Eolie, vedute di laghi, foto fatte “sotto casa” ma anche escursioni dello sguardo per il mondo, dalle Canarie alla Cina, da Parigi all’Oman.
“È stata una sorpresa – commenta Cresci – scoprire le foto di un autore che conoscevo già da molti anni e ho apprezzato come giornalista; la scrittura di Dignola è una scrittura competente in ambito fotografico. In questa mostra c’è dunque un vissuto e c’è un lavoro continuo di esplorazione dello sguardo che per tanti anni ha coltivato. Soprattutto ho apprezzato le serie in bianco e nero, dietro la quale c’è la grande tradizione visiva americana, da Walker Evans a Lee Friedlander, che conosce bene. Ma c’è anche un po’ dell’esperienza del nostro famoso “Viaggio in Italia” del 1984 in questa mostra. Molto interessante proprio perché complessa, non monotona, diversa dalle solite che si vedono in giro. Queste foto nascono da questa sua competenza, che adesso diventa più autoriale: si può parlare di un autore che, credo, in futuro ci riserverà delle belle sorprese”.
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