E’ una influenza da record quella della stagione 2023-2024. Complice il clima impazzito e le temperature che passano da punte di caldo ad abissi di freddo, sono moltissime le persone che si stanno ammalando anche in questi giorni, sia bambini che adulti. Fino ad oggi ha colpito 14 milioni e 598mila persone, riferisce L’Avvenire, ma si stimano altri 500mila casi nelle prossime settimane.
I dati ufficiali circa i casi effettivamente registrati fino ad oggi arrivano dal rapporto settimanale di RespiVirNet, il sistema di sorveglianza integrata (virologica ed epidemiologica) coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), e in merito all’ultimo bollettino, quello inerente il periodo che va dal 21 al 28 aprile scorsi, sono stati ben 226mila i casi stimati, così come da segnalazione dei medici di base e dai pediatri di libera scelta. Si tratta molto probabilmente di un numero sottostimato tenendo conto che nel contempo sono moltissime le persone che hanno preso l’influenza ma che non si rivolgono al medico, curandosi in casa senza denunciare il tutto, di conseguenza è chiarO quanto sia importante la portata del fenomeno.
INFLUENZA, STAGIONE 2023-2024 DA RECORD: TUTTE LE CIFRE
Nella settimana di cui sopra si sono registrati 3,8 casi per mille assistiti, in calo rispetto ai sette giorni precedenti (quando l’incidenza era stata di 4,5), mentre il picco è stato registrato attorno a Natale e nelle due ultime settimane finali dell’anno scorso, con ben 19,94 casi ogni 1000. A far preoccupare sono però i casi registrati fra i bambini al di sotto di 5 anni, dove si segnalano ancora oggi 11,7 casi ogni mille assistiti, dato che è comunque in calo rispetto ai 13,4 della sette giorni precedente.
Le regioni più “critiche” in tal senso sono la Lombardia, le Marche, la Campagna, l’Abruzzo, la Sardegna e le due provincie autonome di Bolzano e Trento. L’Avvenire ha interpellato sulla questione il noto virologo della statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, che ha commentato: «Questo significa che ci dobbiamo aspettare ancora almeno altri 500mila casi, comprensivi di un mix di virus», aggiungendo di essere comunque rammaricato per il fatto che «se fossimo riusciti a vaccinare di più», l’impatto dell’influenza sarebbe stato ovviamente minore, auspicandosi quindi che dopo questa stagione la vaccinazione contro i virus stagionali possa essere ulteriormente valorizzata.
INFLUENZA, STAGIONE 2023-2024 DA RECORD: LE PAROLE DI CICCOZZI E BASSETTI
Sulla stessa linea di pensiero il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’università campus biomedico di Roma, secondo cui «È stata una delle più brutte stagioni influenzali, ha toccato il picco di 18 casi per mille pazienti, un numero molto alto. Non è stata banale, perché ha fatto molti decessi», ricordando anch’egli la necessità dei vaccini, che vanno fatti ad ottobre soprattutto da anziani e fragili.
Infine il pensiero di Matteo Bassetti, primario di malattie infettive del San Martino di Genova, secondo cui, sulla base dei dati di quest’anno, è importante effettuare una riflessione «su come affrontare la prossima stagione e su come alzare le coperture vaccinali negli anziani e nei fragili», sottolineando come comunque il sistema sanitario nazionale abbia retto bene “l’urto”.