Il quotidiano La Verità si è soffermato nella giornata di ieri sulla delicata questione degli aborti, sottolineano come spesso e volentieri le donne che effettuano una interruzione volontaria della gravidanza lo fanno attraverso una scelta non libera. Nell’esporre questa tesi vengono citati alcuni studi internazionali, a cominciare da un’indagine che è stata pubblicata nel 2023 su Cureus e realizzata David Reardon, Katherine Rafferty e Tessa Longbons, che si sé soffermata su 226 donne americane che hanno abortito: solo il 33 per cento delle stesse lo ha realmente “desiderato”, mentre il 43 per cento lo considerava lontano dai propri valori e il 24 per cento considerava l’esperienza abortiva come subita se non imposta.
Inoltre il 60 per cento del campione ha dichiarato che se avesse avuto dei maggiori aiuti e un’assistenza economica più adeguata, avrebbe portato avanti la gravidanza. Si tratta di uno studio che di fatto smentisce un altro lavoro, quello del 2015 pubblicato su Plos One a cura del gruppo abortista Advancing new standards in reproductive health (Ansirh), secondo cui le donne soddisfatte a tre anni dall’aborto sarebbero ben il 99%.
MAGGIOR PARTE DEGLI ABORTI SONO EVITABILI: LO STUDIO SVEDESE
“Una percentuale credibile come una moneta da 3 euro, visto che spesso a portare la donna ad abortire sono fattori esterni”, commenta il giornalista de La Verità. Viene quindi citato un altro studio, questa volta dei Paesi scandinavi, decisamente all’avanguardia per quanto riguarda parità di genere e welfare, secondo cui su oltre 600 svedesi che hanno abortito, solamente il 4,2 per cento del campione ha indicato come motivazione la volontà di non avere figli, mentre il 27 per cento ha indicato come causa la mancanza di soldi, l’opzione più comune.
Lo stesso si può dire di un altro lavoro, quello pubblicato nel 2017 su Contraception, che si è soffermato sulle donne di 14 diversi Paesi, fra cui anche Stati Uniti e Russia, in cui la motivazione più ricorrente per quanto riguarda l’aborto è di natura socio-economica.
MAGGIOR PARTE DEGLI ABORTI SONO EVITABILI: IL CASO DEI CONSULTORI ITALIANI
In Italia gli aborti stranieri sono il 27 per cento del totale, e la maggior parte degli stessi è collegato proprio a motivazioni di natura economica. Lo stesso rapporto avviene negli Stati Uniti dove gli afroamericani non sono nemmeno il 15 per cento del totale della popolazione, ma gli aborti fra le donne di colore sono pari al 40%, la maggior parte dei quali legati alle loro condizioni di vita.
Tutte gravidanze che se sostenute a livello economico e anche psicologico e sociale, le future madri avrebbero portato avanti. E’ quindi fondamentale fornire delle alternative che siano concreto all’aborto, ma secondo La Verità ciò non avviene nei consultori, tenendo conto che i dati del 2021 ci dicono che a fronte di 46.194 colloqui nei vari centri dislocati per l’Italia, sono stati rilasciati dai consultori ben 31.065 certificati di aborto.