A Uno Mattina vi era Arianna Gnutti, mamma di Maria Beatrice, una ragazzina che ha rischiato di morire a causa dell’anoressia: “Maria Beatrice sta molto meglio – ha raccontato la madre che fa la pedagogista e che ha scritto un libro sulla storia della figlia – non ne è completamente uscita, ma ha una socialità più che normale ed è rivolta alla vita… siamo però passati attraverso un inferno. In totale ci sono 3 milioni di persone in Italia che soffrono di disturbi dell’alimentazione – ha continuato – ma sono solo quelli in cura, quindi sono molti di più, è il disturbo che genera più morte e nel contempo quello da cui si può guarire di più. Quando tu ti rendi conto che tua figlia è anoressica non è troppo tardi ma significa che il processo è iniziato tempo prima”.
Quindi ha proseguito: “Io me ne sono accorta già quando aveva 9-10 anni, aveva un cattivo rapporto con il cibo, poi c’è stato il bullismo a scuola che ha fatto degenerare la situazione. Le persone attorno a me mi dicevano che ero io che esagerata, in quanto è difficile che gli altri capiscono. Poi da un giorno all’altra la situazione è degenerata, siamo stati per un anno con lei in tre ospedali diversi, l’ho vista morire tre volte arrivando a 29 chili”.
MARIA BEATRICE, L’ANORESSIA FIN DA GIOVANISSIMA: “C’E’ DIFFICOLTA AD ACCEDERE ALLE CURE”
E ancora: “Lei ha pensato al peggio, ha detto che voleva morire, stavamo cercando un ricovero ma non c’era posto da nessuna parte. C’è una grave difficoltà di accesso alle cure, è gravissimo perchè il sistema sanitario non va di pari passo con l’evoluzione della malattia dell’anoressia e soprattutto sono poche quelle per i bambini”.
Secondo Arianna Gnutti bisogna lavorare sull’educazione: “Ma serve anche una conoscenza più approfondita di quelle che sono le conseguenze, che sono quelle psicologiche come le depressione, ansia, attacchi di panico, tagli e disturbi dell’alimentazione”. La pedagogista ha scritto un libro sulla storia della figlia: “Anche per far capire quanto sia difficile affrontare un percorso sanitario di questo tipo”. Chiusura sui social: “Hanno influenzato sicuramente mia figlia, influencer che non sono esempi”.