CAMILA GIORGI SI É RITIRATA: ADDIO AL TENNIS NEL SILENZIO
Sabato 9 marzo 2024: questa la data dell’ultimo match in cui abbiamo visto Camila Giorgi su un campo da tennis. Presumibilmente l’ultima, visto che la tennista italo-argentina si sarebbe ritirata ufficialmente. Senza dire nulla: è questo il grande giallo. A Indian Wells la Giorgi, dopo aver battuto Katie Boulter, era stata eliminata al secondo turno dall’astro nascente Linda Noskova, risultato 3-6 5-7; da quel momento non ha più giocato. Ieri, il suo nome è comparso nella lista ITIA (International Tennis Integrity Agency) tra i ritirati ma sui profili social personali non compare alcunchè che confermi questa decisione, decisamente improvvisa.
Una vera e propria sorpresa di fatto, perché non ci sono stati annunci ufficiali né sono previsti nei prossimi giorni, a meno che ovviamente qualcosa cambi. Camila Giorgi, una giocatrice che ha sempre fatto parlare di sé nel bene e nel male, sceglie la strada dell’addio nel silenzio: quantomeno strano, ma in linea – idealmente e metaforicamente – con gli ultimi tempi, perché di questa giocatrice si erano decisamente perse le tracce nell’ultimo periodo, in maniera anche un po’ triste per tutto quello che la tennista marchigiana avrebbe potuto regalare in una carriera che, per colpe certamente anche sue e forse di chi l’ha gestita, non è andata secondo le previsioni.
LA CARRIERA DI CAMILA GIORGI
Camila Giorgi si è ritirata dal tennis a 32 anni: una decisione che ha spiazzato davvero tutti, sempre che sia confermata visto che, per l’appunto, la maceratese non ha ancora comunicato nulla di ufficiale. La sua carriera è fatta di quattro titoli: nell’agosto 2021, a sorpresa, anche il Masters 1000 di Montréal con il quale ha toccato il punto più alto. Sono 10 le finali totali, con record dunque 4-6; più che i numeri però, della vita tennistica di Camila Giorgi si devono raccontare altre cose. Per esempio un talento puro non accompagnato da disciplina tattica: la Giorgi in campo tirava a tutto braccio, sempre e comunque, senza mai avere un piano B o la capacità di gestire i vari momenti della partita. Così facendo, poteva vincere con tutte se in giornata ma anche perdere con chiunque; su questo, tifosi e appassionati che l’hanno regolarmente seguita sono sempre stati abbastanza concordi nel criticare la gestione di Camila, affidata a un “padre-padrone” che si occupava di allenamenti e strategie ma, presumibilmente, senza avere un chiaro quadro della situazione anche solo a livello conoscitivo.
La Giorgi forse è stata anche mal consigliata: si ricorda la polemica per aver rifiutato la convocazione alla Fed Cup preferendo punti Wta in tornei minori, cosa che aveva mandato su tutte le furie la federazione che l’aveva sospesa; il numero 26 del ranking raggiunto nel 2018 è basso anche in termini assoluti, si è sempre detto che Camila Giorgi fosse tennista da Top 5 anche costante e, se pensiamo che di recente sono entrate nelle venti Martina Trevisan e Jasmine Paolini (lei pure vincitrice di un 1000), la delusione aumenta. Forse allora di Camila Giorgi va detta una cosa: è plausibile pensare che su di lei siano state davvero troppo alte premesse e attese, e che il suo reale valore sia quello che abbiamo visto. Dopo tutto, il tempo a disposizione l’ha avuto: alla fine dei conti, ciascuno – anche nel caso di una carriera sportiva – tende a seminare quello che raccoglie.