In Europa si ragiona concretamente sulla naja, il servizio militare obbligatorio. Nel Regno Unito il dibattito è stato aperto dal generale Patrick Sanders, Capo di Stato Maggiore dell’esercito inglese, secondo cui “il popolo britannico deve essere pronto a combattere la Russia”, visto che l’esercito professionale attualmente ha dimensioni troppo ridotte. Stesso problema in Germania, dove il commissario parlamentare alle Forze armate, la socialdemocratica Eva Hogl, ha auspicato il ritorno della naja per fronteggiare la carenza di personale dell’esercito e che bisogna lavorare al progetto dall’anno prossimo, non escludendo l’arruolamento di cittadini di altri Paesi dell’Ue.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha ammesso che la sospensione della leva obbligatoria è stata un “errore”, quindi ha chiesto ai tecnici del suo dicastero di elaborare delle proposte. A disegnare la mappa europea è Il Tempo, ricordando che in Polonia i riservisti hanno 6 ore di tempo per presentarsi in caserma in caso di chiamata alle armi, mentre la Lettonia si è portata avanti reintroducendo la leva obbligatoria per gli uomini il gennaio scorso, mentre per le donne è volontaria. Invece, in Lituania la naja c’è dal 2015, stesso anno in cui è stata introdotta in Norvegia, dove però è obbligatoria anche per le donne, ma è prevista pure in Estonia.
LEVA OBBLIGATORIA? PIACE IL MODELLO SCANDINAVO
In Norvegia, in particolare, i maggiorenni devono rispondere a domande standard sulle proprie condizioni di salute, sugli studi e sul lavoro. Una parte che rispecchia i requisiti richiesti è selezionata per le visite mediche e le prove di idoneità. In Svezia c’è un sistema simile, ma solo il 4% dei giovani entra in caserma. Comunque, il modello scandinavo è quello che prendono in considerazione Germania e Regno Unito, perché consentirebbe – spiega Il Tempo – di avere accanto a un esercito di professionisti un bacino di persone preparate, quindi un’ampia riserva di giovani accanto a una bassa percentuale di arruolati.
In Francia un sondaggio recente diffuso dal Ministero della Difesa ha mostrato che oltre la metà dei giovani tra 18 e 25 anni è disposto ad arruolarsi nell’esercito per combattere al fianco dell’Ucraina in caso di emergenza, mentre il 62% è favorevole alla naja, che era stata sospesa nel 2001. Leva obbligatoria presente in Grecia, Austria e Danimarca, in quest’ultimo caso è stata recentemente estesa alle donne. In Finlandia, invece, c’è sempre stata. Se ne parla in Croazia, Romania e Serbia, come in Italia, dove le posizioni sono diverse. Se il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini apre a una “mini leva”, il ministro della Difesa Guido Crosetto ritiene sia preferibile il modello scandinavo, puntando sui riservisti: quindi creare una quota di professionisti da richiamare in caso di necessità.