ATTENTATO AL PREMIER FICO, ECCO CHI È L’UOMO ARRESTATO: JURAJ CINTULA, ATTIVISTA DI SINISTRA
Si chiama Juraj Cintula e da qualche ora è il nome più ricercato d’Europa: è il 71enne attentatore arrestato mercoledì 15 maggio 2024 dopo aver sparato a bruciapelo al Premier della Slovacchia Robert Fico (qui il video e la ricostruzione dell’attentato, ndr), che lotta ancora in queste ore tra la vita e la morte in terapia intensiva, anche se le condizioni paiono leggermente migliorate. Originario del sud del Paese, Juraj Cintula è stato subito braccato dagli uomini della sicurezza che non sono riusciti però a impedire lo sparo ravvicinato dopo aver urlato “Robo vieni qui” al Premier slovacco.
Si tratterebbe di un 71enne pensionato, poeta e letterato, attivista di sinistra e – in teoria – responsabile di un movimento anti-violenza in profondo dissenso con il Governo di Fico: nel 2005 ha fondato con altri poeti un club letterario, scrittore di diverse raccolte di poesia e dal 2015 è membro dell’Associazione degli scrittori slovacchi. Un mistero ancora più insondabile per chi, dedito al mondo della cultura e al predicare il rispetto contro invece l’uso della violenza, prende pistola e proiettili e mira con piena coscienza al politico più importante del suo Paese. Un attentato allucinante quello avvenuto ieri ad Handlova, non distante dalla capitale Bratislava: addirittura secondo le testimonianze della polizia slovacca, Cintula si sarebbe detto orgoglioso di quanto compiuto: «gli ho sparato perché sono in disaccordo con le politiche del governo, la sua riforma tv è anti democratica», ha spiegato lo stesso attentatore in un video rilasciato dalla giornalista Michala Ganovská durante l’interrogatorio nel comando di polizia. Secondo altre fonti delle forze dell’ordine, l’attentatore avrebbe dichiarato che il suo intento non era quello di uccidere Fico ma “solo” di ferirlo e che l’attentato era stato pianificato «qualche giorno prima»
IL MOVIMENTO ANTI-VIOLENZA, LA PISTOLA E L’ODIO POLITICO: TUTTE LE CONTRADDIZIONI DELL’ATTENTATORE IN SLOVACCHIA
«Mio padre non ha mai votato Fico, ma non parlava di attentati. Deve avere avuto un cortocircuito», dice sotto choc al giornale slovacco Aktuality.sk il figlio di Cintula negando qualsiasi legame con il partito del Premier “SMER” e pure eventuali malattie psichiatriche pregresse. Prendono nette distanze anche i vertici delle opposizioni in Slovacchia, a cominciare da Michael Simecka, leader di Slovacchia Progressista: «l’assalitore non era un nostro tesserato e neppure militante del partito».
Ma dunque perché Juraj Cintula ha sparato al Premier Fico ieri? Odio politico, odio anti-populista, imbevuto di idee di dissenso dalla sinistra slovacca, “raptus”: le ipotesi sono diverse e svariate e non per forza l’una esclude le altre. «Ogni persona normale rifiuta la violenza. Il nostro obiettivo è unire le persone, preservare la pace e ripristinare la democrazia. Ma è molto difficile perché nessuno si fida più di nessuno. Il mondo è pieno di caos e odio»: così scriveva Cintula nell’introduzione al suo movimento anti-violenza fondato nel 2015, frasi che oggi campeggiano ovunque in Slovacchia e nel mondo dopo l’arresto per l’attentato a fuoco. Il suo “Movimento contro la violenza” voleva essere un partito che si apriva alla società civile: inquietanti sono però le parole usate qualche anno fa che lanciano una “minaccia” non solo contro il Governo slovacco ma contro tutti gli altri Stati europei, «Il mondo è pieno di violenza e di armi. La gente sembra impazzire. Molti migranti stanno affluendo in Europa, ovunque regnano odio ed estremismo. Ma la cosa peggiore è che i governi degli stati europei non hanno alternative a questo caos». Cintula nel 2016 mentre lavorava per una società di sicurezza privata venne attaccato da un ubriaco in un centro commerciale: per quel lavoro possedeva legalmente l’arma con la quale ha cercato di uccidere a sangue freddo il Premier Fico.