Un paio di giorni fa con una mossa a sorpresa il governo del Perù ha approvato un decreto grazie al quale le persone trans, non binarie e intersessuali saranno classificate come ‘malati di mente’ e – dunque – inclusi nell’elenco Icd-10 sui disturbi mentali. Un proposta che porta la firma del ministro della Salute César Vásquez e della presidente Dina Boluarte, travolti da un’ampia ondata di critiche sia da parte della ristretta (e spesso discriminata e stigmatizzata) comunità trans del Perù, che da parte di numerose associazioni pro-Lgbt sparse in giro per il mondo e che si sono già organizzate per opporsi alla legge.
Di fatto, come ha precisato lo stesso ministro Vásquez, la nuova classificazione renderà più semplice “garantire la piena copertura delle cure mediche per la salute mentale” garantendo categoricamente “il rispetto della dignità della persona e delle sue libere azioni nel quadro dei diritti umani, fornendo servizi sanitari a loro beneficio”. Tuttavia, dopo lo scoppio del caso mediatico, delle proteste e delle critiche, sia il ministro che la presidente del Perù si sono rifiutati di commentare la nuova etichetta di ‘malati di mente’ affibbiata alle persone trans.
Ong contro il governo del Perù: “Si trovi altro da fare che definire i trans ‘malati di mente'”
Come ricorda il Telegraph – che per primo ha parlato del nuovo decreto che definisce come ‘malati di mente’ i trans – la nuova legge del Perù segue a breve distanza la recente scelta da parte dei legislatori di vietare ogni riferimento all’uguaglianza di genere nei libri scolatici: scelte entrambe ampiamente criticate dei movimenti femministi e Lgbt, tra cui OutfestPeru che ricorda come questa nuova legge arrivi esattamente “100 anni dopo la depenalizzazione dell’omosessualità”, criticando il fatto che il governo del Perù “non ha niente di meglio da fare” se non indicare i trans come ‘malati di mente’.
“Il decreto rafforza ulteriormente i pregiudizi contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender”, scrivono gli attivisti di Human Right Watch, ricordando “la violenza e la discriminazione” che ogni giorno “questa popolazione” deve sopportare: “Patologizzare ufficialmente [i trans] in Perù potrebbe compromettere seriamente gli sforzi volti a migliorare la tutela dei diritti basati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” con la legge e una decisione che la Ong definisce “bigotta“.