Si infiamma sempre di più lo scontro sulla cosiddetta ‘legge sugli agenti stranieri‘ che era stata inizialmente approvata dal Parlamento della Georgia (che vede la sua maggioranza nel partito Sogno Georgiano) e poi – con una mossa attesa ma comunque parzialmente criticata – bloccata dal veto della presidente filo-europeista Salomè Zourabichvili. Una scelta, appunto, attesa perché dopo l’entrata figurativa in vigore della legge con il voto parlamentare in tutta la nazione erano scoppiate ampie proteste da parte dell’opinione pubblica che immagina il futuro della Georgia all’interno dell’Unione Europea e che temeva che la legge sugli agenti stranieri avrebbe avvicinato sempre di più il governo georgiano alla Russia di Vladimir Putin.
L’ultima pagina dello scontro, dopo il veto della presidente e la promessa da parte del partito di maggioranza al governo è stata scritta – su Twitter – dal deputato europeo dei Paesi Bassi Thijs Reuten che invita il Parlamento georgiano a “fare la cosa giusta”. Secondo il deputato, infatti, la Georgia dovrebbe “abrogare la legge [sugli agenti stranieri] nella sua interezza” e sottolinea di essere arrivato al punto di chiedere “all’Alto Rappresentate dell’UE di predisporre sanzioni contro tutti i parlamentari che votano per annullare il veto presidenziale”.
Cos’è la legge sugli agenti stranieri e perché la presidente della Georgia ha posto il veto
Insomma, se la legge venisse nuovamente approvata con la maggioranza semplice del governo della Georgia l’Ue potrebbe – sempre che Josep Borrell accetti la richiesta di Reuten – predisporre delle sanzioni, anche se non è chiaro cosa andrebbero a colpire. Per ora nessuno tra i rappresentati politici georgiani o europei ha ancora commentato il Tweet del deputato dei Paesi Bassi, forse anche per evitare di creare un caso dove – sempre per ora – non c’è ancora nulla di cui discutere: infatti, seppur il governo della Georgia potrebbe riapprovare la legge sugli agenti stranieri a distanza di giorni dal veto non sembra che sia stata avanzata alcuna proposta in merito.
Facendo un passo indietro, la criticatissima legge obbligherebbe qualsiasi ente (inclusi media, giornali e Ong) che riceva un minimo del 20% di fondi da altre istituzioni straniere a registrarsi come “organizzazioni portatrici degli interessi di una potenza straniera”, condividendo qualsiasi informazione riservata in suo possesso con il governo. Secondo la presidente della Georgia – da sempre contraria alle politiche del partito di maggioranza – la legge sugli agenti stranieri “è russa nella sua essenza e nel suo spirito. Contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee, quindi rappresenta un ostacolo sul nostro cammino europeo”.