ATALANTA VINCITRICE DELL’EUROPA LEAGUE: L’APOTEOSI DI UNA STORIA MAGNIFICA
L’Atalanta ha vinto l’Europa League, ha spezzato un digiuno che per le squadre italiane durava da 25 anni, ha conquistato il suo primo trofeo internazionale e secondo di tutta la storia della Dea, con un’altra tripletta da Angelo Domenghini nella Coppa Italia 1963 ad Ademola Lookman, per di più vincendo per 3-0 la finale contro i campioni di Germania del Bayer Leverkusen, che erano rimasti imbattuti per l’intera stagione: basterebbe questo per descrivere quanto sia stata leggendaria la notte di Dublino e più in generale un percorso in questa Europa League 2023-2024, passato anche da un clamoroso 0-3 ad Anfield, a proposito di notti memorabili…
Eppure, nemmeno questo basta a descrivere la grandezza dell’Atalanta: tante volte si abusa della parola “progetto”, ma se ce ne è uno che lo è davvero, questo è senza dubbio quello della Dea. Non ce lo ricordiamo nemmeno più cos’era l’Atalanta prima di Gian Piero Gasperini: otto anni che hanno cambiato il volto di quella che era già la “regina delle provinciali” per numero di presenze in Serie A, ma che quasi sempre aveva come obiettivo la salvezza. Adesso invece ci sono otto anni sempre fra le prime otto in classifica, con tre finali di Coppa Italia e tante soddisfazioni anche in Europa, dai quarti di Champions League del 2020 a varie imprese da ricordare, come i due successi ad Anfield.
GLI “INGREDIENTI” DEL CAPOLAVORO DELL’ATALANTA
Mancava solo un trofeo in bacheca per sigillare questa epopea creata da un allenatore che sa valorizzare ogni giocatore a lui affidato: non era giusto che l’Atalanta di Gasperini andasse in archivio (quando succederà, speriamo non troppo presto perché questa storia merita di proseguire) senza vittorie. Sarebbe stata un’avventura straordinaria lo stesso, sia chiaro, ma ora splende un trionfo che potrebbe essere degno di una Champions League: quando negli ottavi eliminare i futuri campioni del Portogallo, ai quarti vinci 0-3 ad Anfield, in semifinale rifili un altro 3-0 al Marsiglia e infine liquidi con lo stesso punteggio gli imbattuti campioni di Germania, questa Europa League dell’Atalanta senza dubbio è una impresa degna di una Champions League.
In questi anni l’Atalanta si è aperta al mondo, con tanti talenti stranieri pescati con bravura dalla dirigenza orobica, ma senza perdere la propria anima, ben rappresentata in campo a Dublino da Ruggeri e Scalvini, con lo stesso mix riuscito anche a livello dirigenziale tra Antonio Percassi e Stephen Pagliuca, tutto questo con i conti sempre in regola, il che non guasta mai ed è una sorta di ciliegina sulla torta di questo vero e proprio capolavoro bergamasco. Una lezione per tutti, una storia che ormai da tempo non può più essere definita una favola, perché le fiabe non durano otto anni: anzi, la Dea si merita che questo sia solo un capitolo di una storia magari ancora più bella nelle prossime stagioni…