Da una scuola media di Treviso arriva la notizia – prima riportata dal Gazzettino locale e poi da tutti i media nazionali – di due studenti musulmani che sono stati esonerati dallo studio di Dante e della sua Divina Commedia perché (così ritiene il docente responsabile della scelta) trattandosi di un’opera chiaramente a sfondo religioso contrasterebbe con la fede dei due ragazzi. Immediate le reazioni di politici e ministri, tra cui Giuseppe Valditara che ha già promesso l’invio degli ispettori scolastici in quel di Treviso ritenendo “inammissibile” che a qualcuno sia concesso di non studiare Dante e la sua famosissima Divina Commedia – “uno dei pilastri della nostra letteratura” – specialmente se per motivi “religiosi o culturali”.
Facendo un passo indietro, a decidere per l’esonero è stato il professor Alberto Pezzé che – ai microfoni di Antenna Tre Nordest – ha spiegato di aver inviato una circolare alle famiglie dei suoi studenti che non frequentano l’ora di religione poco prima di iniziare la parte di programma dedicata a Dante e alla Divina Commedia, chiedendo se qualche genitore avesse dei problemi in merito. Hanno accolto la richiesta due famiglie e nonostante l’iniziale opposizione da parte del Preside, per i due studenti il programma dantesco è stato sostituito con un approfondimento su Boccaccio.
Matteo Salvini: “Censurare la Divina Commedia di Dante è una scelta demenziale e raccapricciante”
Da qui è nato un vero e proprio putiferio che nelle ultime ore ha acceso i riflettori sulla scuola di Treviso che ha ‘censurato’ (almeno per due studenti musulmani) Dante e tutta la lunga parte di programma sulla Divina Commedia, tra la promessa di intervento da parte di Valditara, le critiche da parte del ministro Matteo Salvini – che ritiene la scelta “demenziale”, oltre che “raccapricciante”, denunciando il “cedimento culturale, etico, morale ed educativo senza capo né coda” – e del vice al Senato Centinaio che ritiene la censura a Dante e alla Divina Commedia “un insulto alla nostra cultura“.
Dal conto suo, invece, il professore di Treviso che si è trovato suo malgrado al centro della bufera, sempre ad Antenna Tre Nordest ha ricordato che l’opera dantesca è da anni criticata da buona parte del mondo islamico (tanto che in Olanda e Belgio è stata parzialmente riscritta), puntando il dito in particolare sul canto XXVIII del primo libro – l’Inferno – della Divina Commedia, in cui Dante incontra il profeta Maometto. Questi viene descritto come un seminatore di discordie sulla base di una vecchia voce (smentita) secondo cui fosse un ex prete cattolico che amareggiato e frustrato fondò la sua religione per ripicca.