Negli ultimi giorni l’Oms ha pubblicato il report ‘World Health Statistics 2024‘ nel quale ha analizzato – tra le altre cose – gli effetti di due anni di pandemia covid, ponendo in particolare l’accento sul fatto che il virus di Wuhan sia stato tra le principali cause di morte di quegli anni e sul preoccupante calo dell’aspettativa di vita che si rileva a livello mondiale. Insomma, non solo la crisi pandemica ha causato un picco di decessi – arrivati secondo l’Oms a cifra 13 milioni – ma quel covid che non è ancora stato del tutto debellato (seppur faccia molta meno paura rispetto a due anni fa) continua a causare problemi.
“Tra il 2019 e il 2021”, scrive l’Organizzazione, “l’attesa di vita globale si è ridotta di 1,8 anni“, arrivando alla soglia dei 71,4 in media; mentre similmente anche “l’aspettativa di vita sana è diminuita di 1,5 anni passando a 61,9 anni”, in entrambi i casi pari “ai livelli del 2012”. La conclusione dell’Oms, in altre parole, è che la pandemia covid “ha invertito la tendenza al costante aumento dell’attesa di vita alla nascita e dell’aspettativa di vita in buona salute” riportandoci ai livelli di più di 10 anni fa.
Oms: “Il nuovo trattato pandemico per evitare il ripetersi della crisi covid”
Questo calo dell’aspettativa di vita, spiega ancora l’Oms, si è rilevato in particolare tra “le Americhe e il Sudest asiatico” dove il covid ha prodotto i peggiori effetti e il calo è stato di ben “3 anni”, ma dall’altra parte “la regione del Pacifico occidentale è stata colpita in misura minima, con perdite inferiori a 0,1 anni dell’aspettativa e 0,2 anni [di quella] sana”. Più avanti nel rapporto – dopo alcune considerazioni generali sulle varie cause principali di morte, a cui arriveremo a brevissimo – durante il periodo covid “sono state perse quasi 13 milioni di vite umane“, con il virus che “è stato fra le prime 5 cause di morte” in tutto il mondo ad eccezione delle regioni Africana e Pacifico occidentale, ma al contempo anche “la principale causa di morte nelle Americhe“.
A fronte di questo devastante effetto della pandemia, il direttore generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus ha colto la palla al balzo della presentazione del report per rilanciare “il nuovo Accordo pandemico“, importante “non solo per rafforzare la sicurezza sanitaria globale, ma per proteggere gli investimenti a lungo termine nella sanità”, cancellati – come ricorda il rapporto – da appena due anni di covid.