Non si placa mediaticamente il caso di Alessia Pifferi e stasera a parlarne sarà pure la trasmissione Un giorno in pretura alle 21.20 su Rai 3. La linea che ha prevalso nella valutazione dei giudici è quella dell’assenza di disturbi mentali nell’imputata, in particolare di quel deficit cognitivo “grave” che il pool difensivo, guidato dall’avvocato Alessia Pontenani, ha provato a dimostrare durante le varie udienze e che è stato smontato dalla perizia psichiatrica disposta dal tribunale e condotta dall’esperto Elvezio Pirfo. La battaglia tra accusa e difesa in aula è andata avanti per settimane, uno scontro spesso acceso e segnato dalla convinzione granitica dell’accusa: Alessia Pifferi era consapevole delle conseguenze delle sue azioni, lucida e determinata a portare avanti condotte contrarie ai doveri di madre per assecondare i suoi bisogni di donna anteponendoli alle necessità della sua bambina.
La perizia chiave per l’ergastolo: “Nessun disturbo mentale, donna resiliente”
L’avvocato di Alessia Pifferi ha dichiarato di aver accolto con sorpresa la condanna alla massima pena a carico della sua assistita, ma al tempo stesso ha riconosciuto il peso specifico della perizia Pirfo sull’andamento del processo: poco dopo il deposito della relazione del perito, infatti, il legale aveva dichiarato che si trattava di un passo verso l’ergastolo e così è stato.
Lo psichiatra ha infatti accertato che la 38enne era capace di intendere e volere al momento dei fatti, linea in perfetta sintonia con quanto sostenuto dalla pubblica accusa sostenuta dal pm De Tommasi in aula: “C’è una sola vittima e si chiama Diana. E c’è una bugiarda e un’attrice, che è Alessia Pifferi“. Secondo lo specialista, l’imputata non ha alcun disturbo né deficit cognitivo, ma è una donna dotata di “grande resilienza” per affrontare gli eventi della vita: la difesa aveva chiesto l’assoluzione ritenendo che il reato non fosse omicidio ma morte come conseguenza di altro delitto, cioè dell’abbandono di minore, una lettura opposta a quella del pubblico ministero: “Ergastolo senza attenuanti“.