LA RISPOSTA DI SABINO CASSESE ALL’ALLARME CEI SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: “SOLIDARIETÀ NON È A RISCHIO”
Sul quotidiano dei vescovi italiani il giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese risponde punto su punto all’allarme lanciato dalla CEI sull’Autonomia differenziata, nella nota al termine dell’Assemblea Generale la scorsa settimana in Vaticano. Secondo l’illustre costituzionalista, la riforma Calderoli sull’Autonomia differenziata non mette a rischio alcun divario territoriale, non elimina la solidarietà e non abbatte lo spirito della Costituzione per come è nata.
Nel ddl Calderoli – ormai pronto a divenire legge tra giugno e luglio – vi sono le stesse preoccupazioni espresse dalla Chiesa italiana, anche perché il progetto nasce da lontano e ha visto diversi passaggi intermedi dove sono stati affrontati i punti più nodosi, dagli squilibri alla sussidiarietà fino alla tutela della salute. Secondo Cassese, nella legge approvata nel dicembre 2022 vi era già scritto che per assicurare l’autonomia piena occorreva determinare i livelli essenziali delle prestazioni, i famosi Lep: «la legge oggi ne tiene conto e prevede che autonomia e differenziazione siano precedute dalla determinazione dei livelli essenziali di prestazioni concernenti i di- ritti civili e sociali, come d’altra parte previsto dalla Costituzione». I Lep sono previsti dalla Costituzione e sono stati stabiliti pienamente dai dibattiti di preparazione sul ddl Calderoli, certifica Cassese che ha partecipato da responsabile del gruppo di “saggi” chiamati dal Ministro delle Autonomie per mettere a punto senza dissidi con la Carta Costituzionale il nuovo progetto di Autonomia differenziata.
LEP, DIVARI SUD-NORD E STATO CENTRALISTA: COSA HA DETTO IL GIURISTA CASSESE SULLA RIFORMA CALDEROLI
Per Sabino Cassese il lavoro ultimato sul disegno di legge Calderoli prevede chiaramente tutte le priorità e le procedure per assicurare che l’Autonomia differenziata non accentui i divari, anzi collabori per migliorarli: in primis, non è a rischio il servizio sanitario, semmai «la capacità di erogare servizi sanitari egualmente efficienti su tutto il territorio dipende dalle Regioni stesse e, in ultima istanza, dalle collettività locali che hanno scelto i loro amministratori», spiega ancora ad “Avvenire” il costituzionalista confermando come oltre alla solidarietà anche il sistema sanitario nazionale non viene toccato dalla nuova legge, a differenza di quanto sostiene l’allarmato comunicato della CEI.
Le preoccupazioni della Chiesa sono le stesse del legislatore, sostiene Cassese mostrando come la differenziazione dell’autonomia assieme ai Lep sono la garanzia che il lavoro sarà svolto ottimamente: nel caso non avvenisse, il Governo potrà in ogni momento intervenire qualora non venissero rispettati i livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali. Da uomo meridionale, afferma il presidente emerito della Consulta, la sfida dell’Autonomia è una grande opportunità anche per il sud Italia: «sarà responsabilità di ciascuna collettività, in base al principio di sussidiarietà, ribadito tre volte nella Costituzione, di mandare a casa gli amministratori che non rispondono ai bisogni della collettività». Per Cassese il tema chiave è non ritornare ad uno Stato centralista, quasi assoluto, dove la scelta dei cittadini e la sussidiarietà erano lontani “sogni”: «evitare che le preoccupazioni dell’uniformità non portino alla riscoperta di Napoleone Bonaparte, dello Stato accentrato, di minore democrazia», negando «il progresso dello Stato moderno».