Ettore e Maria Villaggio erano i genitori dell’indimenticabile attore comico genovese Paolo Villaggio. Il rapporto tra Paolo e i suoi genitori fu alquanto particolare, poiché entrambi sembravano non vedere di buon occhio la sua propensione artistica e, soprattutto, la sua inconcludenza che, alla soglia dei trent’anni, iniziava a essere preoccupante. Dunque, chi erano e di cosa si occupavano Ettore e Maria Villaggio? Il padre di Paolo – interpretato da Augusto Zucchi nel film Com’è umano lui – era un affermato ingegnere, preoccupato per la precarietà del figlio e pronto a tutto per spronarlo e aiutarlo a trovare un lavoro. Ad un certo punto della sua vita, infatti, Paolo Villaggio entrerà come impiegato in una ditta di siderurgia navale, grazie anche all’influenza del padre, che vantava diverse conoscenze nella Genova bene.
Per quanto riguarda la madre, sappiamo che era un’insegnante di tedesco e che era di origini teutoniche. Anche mamma Maria, a quanto pare, fu molto dura con il figlio Paolo, mostrando sfiducia e perplessità per le sue “strambe” tendenze artistiche. Ad ogni modo, le pressioni dei genitori, finirono per favorire l’exploit di Villaggio nel mondo del cinema, con quest’ultimo che troverà la sua strada verso il successo con il personaggio Otto von Kranz, un goffo prestigiatore che influirà positivamente sul prosieguo della sua carriera.
Paolo Villaggio, il rapporto coi genitori e le ristrettezze che toccarono anche la sua famiglia durante il conflitto
Malgrado Paolo Villaggio avesse impiegato un po’ di tempo prima di trovare la sua strada, gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza resteranno nel cuore dell’attore genovese, che nel monologo teatrale Delirio di un povero vecchio racconterà diversi aneddoti commoventi degli anni che furono. Dallo sbarco delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale, alle dinamiche e alle ristrettezze che toccarono anche la sua famiglia nel periodo del conflitto.
“La bomba centrò il quartiere dove eravamo tutti noi, devastando case e persone. Uscimmo, io e mio fratello, tenendoci per mano. Lo spettacolo era terribile. Vedemmo i cadaveri di due donne e un mulo morto. La notte non riuscimmo a prendere sonno”, uno degli aneddoti e dei ricordi più tristi e dolorosi condivisi da Paolo Villaggio nel suo monologo.