Con l’arrivo delle Elezioni Europee 2024 l’attenzione non è rivolta solo ai risultati, ma anche a cosa succede dopo e cosa cambia, ad esempio, nella Commissione Ue e sul presidente del Parlamento europeo, visto che questa tornata elettorale segna la fine della nona legislatura dell’Eurocamera. Quindi, i risultati non ci indicano solo come cambia volto il Parlamento, perché in realtà si apre un nuovo ciclo che fissa l’indirizzo politico della “nuova” Ue. A proposito di questo processo, da un punto di vista formale, la legislatura si chiude il 15 luglio col passaggio di consegne con i nuovi eletti che entrano ufficialmente in carica il giorno dopo. I realtà, i lavori in Europa sono finiti con l’ultima sessione del 25 aprile, da allora non sono state fissate attività in agenda. Il primo step è la formazione dei gruppi politici, a cui lavorano i deputati che vengono eletti, poi in occasione della prima sessione plenaria, in cui vi è l’incontro di tutti i nuovi deputati, avviene l’elezione da parte del Parlamento Ue del presidente. Pertanto, è determinante un accordo interno per conferire un incarico che dura metà legislatura, perché è rinnovabile.
Invece, nella sessione successiva si procede con l’elezione del presidente della Commissione europea, poi scatta l’esame del collegio dei commissari con la votazione per la sua approvazione. In ballo c’è pure la carica di Alto rappresentante per la politica estera, che riveste anche la carica di vicepresidente dell’esecutivo europeo. I negoziati per la formazione dei gruppi politici scattano subito depo i risultati delle Elezioni Europee 2024 e possono proseguire fino alla prima sessione del Parlamento europeo. La nuova legislatura si apre ufficialmente il 16 luglio, giorno in cui i nuovi deputati si riuniscono a Strasburgo fino al 19 luglio per l’elezione del presidente, dei 14 vicepresidenti e di 5 questori. Inoltre, si vota per la composizione numerica delle commissioni permanenti e delle sottocommissioni del Parlamento europeo, senza escludere che si decida anche la formazione nominale delle commissioni.
DAL PARLAMENTO ALLA COMMISSIONE E LA NOMINA DEI PRESIDENTI
Una volta “nato” il Parlamento europeo, i deputati devono eleggere il presidente della Commissione Ue. Non si esclude che l’elezione avvenga durante la prima sessione, altrimenti c’è quella dopo la pausa estiva, ma sarà la Conferenza dei presidenti a decidere il calendario. In base ai precedenti, quando le Elezioni Europee si sono tenute a maggio, come nel caso delle ultime, a luglio si sono tenute due sessioni plenarie, la prima per la formazione del nuovo Parlamento e per l’elezione del presidente (con vicepresidenti e questori), l’altra per l’elezione del presidente della Commissione Ue, il quale viene eletto dal Parlamento europeo, in base a quanto stabilito dall’articolo 14 del trattato sull’Ue.
L’articolo 124 del regolamento del Parlamento prevede che il candidato proposto dal Consiglio europeo presenti al Parlamento il suo programma e che vi sia poi una discussione, quindi scatta l’elezione a maggioranza con voto a scrutinio segreto. In assenza di maggioranza, il Consiglio europeo viene invitato dal presidente del Parlamento europeo a proporre nel giro di un mese un altro candidato.
I “LAVORI” PER LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA
La nomina del presidente della Commissione Ue riflette i risultati delle Elezioni Europee, quindi gli Stati membri devono scegliere un esponente che possa ottenere il sostegno della maggioranza parlamentare, affinché le proposte legislative vengano approvate dall’Aula senza particolari intoppi. Anche alla luce di ciò, è fondamentale raggiungere un compromesso, ma questa fase si trasforma di fatto in maxi negoziati che possono andare avanti per mesi. Il primo incontro infamale dopo le Elezioni Europee 2024 è previsto il 17 giugno, giorno in cui si comincia a cercare un’intesa su una rosa di nomi da completare per il summit ufficiale di fine mese. La nuova Commissione dovrebbe essere operativa verosimilmente a dicembre, dopo alcuni passaggi. Ad esempio, il nuovo presidente della Commissione Ue deve presentarsi al Parlamento, da cui deve essere eletto a maggioranza semplice e scrutinio segreto. In mancanza di sostegno da parte del Parlamento al candidato dei leader, allora ne va nominato un altro.
Il condizionale è d’obbligo, ma comunque l’elezione del presidente della Commissione europea dovrebbe arrivare nella sessione plenaria di settembre. Poi bisogna comporre il resto del Collegio, tenendo conto che le cancellerie nazionali hanno “diritto” a un commissario. Il Consiglio dell’Ue, da non confondere col Consiglio europeo, insieme al nuovo presidente della Commissione Ue compone una lista di membri del futuro esecutivo, tra cui l’Alto rappresentante per la politica estera, i quali devono sottoporsi ad audizioni in modo tale che gli eurodeputati possano valutare se siano adeguati al ruolo a cui aspirano. La conferma è prevista sempre a maggioranza: col via libera il Collegio può entrare in funzione, altrimenti “decade” tutto l’esecutivo e quindi va riavviato il procedimento.